Il Fronte del Cielo - Osservazione e Ricognizione - 7.4 - Il 1916
Il 1916 consentì oltre al completamento della linea di velivoli nel numero di sette per squadriglia, anche la diffusione degli apparati radio e delle macchine fotografiche montate in posizione ventrale. Gli apparecchi forniti consentirono la diffusione della fotografia aerea con passaggio dalle macchine prospettiche alle macchine planimetriche, cioè ad una maniera diversa di inquadrare l'obiettivo: nel primo caso con una macchina cosidetta a pistola perchè lo scatto avveniva con un sistema simile, nel secondo caso la macchina planimetrica prendeva un immagine parallela al suolo da posizione ventrale sotto il velivolo. Uno dei problemi di questi primi eroici tempi era la scarsità di lastre a disposizione e il fatto che i caricatori contenessero all'inizio solo qualche lastra, che sarebbero diventate in seguito ben 48 con ricaricamento manuale ma automatizzato con lo scatto. Fu Giulio Dohuet a promuovere una macchina a pellicola che offriva enormi possibilità per la quantità di scatti che consentiva in una unica ricognizione, che tuttavia giunse troppo tardi. I laboratori di sviluppo delle lastre erano in genere a livello di comando di corpo d'armata; tuttavia, una volta consegnate e sviluppate le fotografie dovevano essere interpretate per poter fornire tramite gli uffici ITO (Informazioni Truppe Operanti, facenti parte della struttura informativa dell'esercito) le informazioni al comandante che doveva prendere decisioni operative. Nel gennaio del 1916 cominciarono ad avere successo i voli di supporto all'artiglieria raggiungendo rapidamente un'adeguata efficienza, fatti salvi naturalmente dei casi particolari che mettevano in luce come la diffusione della comprensione del mezzo aereo non fosse sufficiente. Nel marzo del 1916 il Comando Supremo riassunse le esperienze dei mesi precedenti per riorganizzare la materia della ricognizione aerea, poichè sentiva la necessità di "disciplinare il servizio di ricognizione e osservazione aerea" e "in particolare a quello dell'artiglieria" dato che la prova della guerra aveva posto problemi, ma confermato il ruolo dell'aviazione. Le fotografie,osservava la circolare, "analizzate con ingrandimento, mettono in evidenza particolari che sfuggono all'osservatore in volo". Fu ribadita la separazione dei ruoli tra le squadriglie assegnate alle armate cui competeva la ricognizione strategica ad ampio raggio e quelle assegnate ai corpi d'armata, destinate a "ricognizioni di portata limitata ma persistenti e molto minuziose". Il 15 maggio 1916 il settore montano difeso dalla 1^ Armata fu investito da una poderosa offensiva austriaca che raggiunse l'obiettivo della sorpresa startegica perchè mancarono conferme dei rapporti dell'Ufficio I della 1^ Armata, puntualmente contestati dall'Ufficio Situazioni e Operazioni del Comando Supremo che si arrogava la funzione che doveva essere dell'Ufficio Informativo del Comando Supremo. L'offensiva ebbe due fasi distinte, la prima dal 15 maggio al 4 giugno con lo sfondamento delle linee di difesa italiane e il successivo arresto dell'avanzata austro-ungarica, la seconda dal 5 al 18 giugno caratterizzata dal progressivo esuarimento dell'attacco e la successiva ritirata. L'alba del 15 maggio 196 trovò la 46^ Squadriglia articolata su due distaccamenti, uno a Verona, con due sezioni Farman, l'atro ad Asiago con una sezione Caudron/Farman. In aprile la 46^ aveva effettuato alcune missioni di ricognizione nella zona di Riva e nel settore Luserna-Vezzena. Qui era stata osservata e documentata fotograficamente un intensa attività, consistente sia in movimenti di truppe sia nell'esecuzione di lavori di approccio. Tre velivoli partono la mattina del 15 maggio dal campo di Asiago alla ricerca del grosso calibro che ha aggiustato il tiro sulla cittadina. L'intervento dei velivoli tenta anche di determinare la consistenza e le intenzioni delle forze austro-ungariche con ricognizioni su Monte Rovere e Vezzena e sulla zona Luserna-Costa Alta. Il 19 maggio si abbandona il campo di Asiago e la 46^ deve ripiegare a Nove di Bassano. Nel frattempo anche il distaccamento di Verona era entrato in azione provvedendo a rilevare la posizione di batterie posizionate sullo Zuech e sul Creino. In questo breve periodo la 46^ compie un notevole sforzo totalizzando alla dta del 22 maggio ben 98 sortite. Il 25 maggio un Farman inviato in ricognizione nella zona del Col Santo-Pasubio-Zugna Torta_marco viene abbattuto presso Ala e il 2 giugno un altro velivolo dello stesso tipo fu attaccato e seriamente danneggiato da caccia austriaci.
Il 20 giugno, ricevute una nuova sezione Farman il distaccamento veronese inizia un ciclo di missioni mirato al rilievo fotografico di tutta la linea avversaria fronteggiante le posizioni del III Corpo d'Armata dal Tonale al Garda. Entro il 15 luglio sono così effettuate 22 ricognizioni scattando un totale di 108 fotografie. Il distaccamento di Nove è invece chiamato ad agire nel quadro dei violenti combattimenti che infuriano nel settore Gallio-Posina. Nella seconda metà di giugno il VII Gruppo venne rinforzato dalla 42^ e dalla 43^ Squadriglia, rischierate rispettivamente presso Trissino e Castello di Codego. Anche la 46^ fu ulteriormente rafforzata con la temporanea cessione di una sezione Caudron. L'arrivo delle nuove squadriglie fu l'occasione per una riorganizzazione del servizio d'artiglieria, imposto anche dallos chieramento assunto dalla 1^ Armata e dall'intenzione di riprendere non appena possibile l'iniziativa delle operazioni in chieve offensiva. Il 14 giugno i mezzi aerei furono così ripartiti: la 46^ Squadriglia su 3 sezioni operante dal campo di Castenedolo assegnata al III Corpo d'Armata, al V fu assegnata la 42^ di Trissino su due sezioni, al Corpi X, XIV e XXIV le tre sezioni della 46^ distaccate a Nove, mentre al XVIII e la XX Corpo d'Armata la 43^ Squadriglia su 2 sezioni di stanza a Castello di Codego. Come conseguenza le Squadriglie 42^ e 43^ Squadriglia si trovarono ad agire l'una nel settore Pasubio-Altopiano di Tonezza, l'altra prima nella parte nord-orientale dell'Altopiano di Asiago, quindi trasferita il 9 luglio sul campo di Feltre, sopratutto nel settore Brenta-Cismon. Benchè giunte da una zona di operazioni con caratteristiche totalmente diverse furono ben presto in gardo di entrare in azione, eseguendo un totale di 40 misisoni, quasi tutte di rigognizione,prima di rientrare alla 3^ Armata tra il 20 e il 22 luglio. Di particolare rilievo l'attività svolta in giugno dalla 43^ Squadriglia per individuare le batterie campali nella regione M. Cucco-Cheserle, completamente nascoste agli osservatori terrestri. Ai comandi d'artiglieria viene raccomandato di utilizzare l'aeroplano per eseguire sì ricognizioni in campo tattico ma sopratutto per dirigere il tiro contro bersagli nascosti agli osservatori terrestri o per i quali gli stessi hanno difficoltà a rilevare le deviazioni dei copli. In proposito viene affermato a chiare lettere che il mezzo aereo, se impiegato in modo opportuno, potrebbe fornire in certi settori un rendimento ben maggiore, come provano i risultati già ottenuti da quei comandi d'artiglieria che se ne sono saputi servire. Le operazioni dell'estate 1916 segnarono una svolta importante. L'intervento dell'aeroplano da osservazione cominciò infatti ad essere richiesto con sempre maggiore fiducia man mano che i fatti confermavano la validità delle sue segnalazioni. Nel mese di luglio, stabilizzatosi il fronte, venne iniziato dal distaccamento di Nove un metodico lavoro di ricognizione fotografica indispensabile per consentire alle artiglierie di svolgere un azione efficace, dato il carattere dominante delle posizioni austriache. Le fotografie sviluppate e stampate presso le squadriglie erano analizzate dall'osservatore combinadole nella loro successione e tenendo conto sia dell'esito di precedenti ricognizioni sia delle altre informazioni disponibili. Su queste basi venivano elaborati dei lucidi, in scale 1:25000 o addirittura 1:10000, sovrapponibili alle carte topografiche di pari scala, sui quali erano riportati con segni convenzionali tutti gli elementi dell'organizzazione difensiva avversaria.
Per soddisfare le esigenze di un fronte esteso quale quello trentino, il 25 luglio la 46^ Squadriglia venne sdoppiata con la trasformazione del distaccamento di Nove in 49^ Squadriglia. Non appena ristrutturato il campo di Feltre vi fu trasferita una sezione della 46^, che con altre 3 sezioni a Castenedolo copriva tutto l'arco del fronte dal Tonale alla Val Lagarina. Il quadro delle attività dell'aviazione per l'artiglieria in Trentino si completa ricordando l'azione della 48^ Squadriglia di Belluno. Operante sul fronte della 4^ Armata fu impegnata nelle azioni offensive estive sui Lagorai e in autunno nel settore delle Alpi di Fassa. Per le caratteristiche orografiche del settore di impiego, tipicamente di alta montagna, la 48^ Squadriglia fu la prima unità a ricevere in dotazione il bimotore Caudron G.4 e fu anche l'unica squadriglia completamente equipaggiata con questa macchina. I primi due esemplari arrivarono a Belluno il 23 giugno.
Da:
(1) "Ali
sulle trincee, Ricognizione tattica ed osservazione aerea nell'aviazione
italiana durante la Grande Guerra, di Basilio Di Martino, 1999,
Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare; (2) "L'Aeronautica italiana nella
I Guerra Mondiale" Atti del convegno Roma 21-22 novembre 2007, La nascita e
lo sviluppo dell'aviazione da ricognizione, di Alessandro Massignani.
Aeronautica Militare - Ufficio Storico. Immagine. Ten. Pilota Pietro Massoni 1916 (Per gentile concessione della famiglia Galetto)
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