Il Fronte del Cielo - La Caccia - 6.5 - Tre Semplici Assi
Non tutti gli «assi» erano di nobile origine o appartenevano a famiglie della buona borghesia. Durante la Grande Guerra a differenza di quanto accadeva per il resto delle forze armate il reclutamento dei piloti avveniva in tutte le armi e ad ogni livello a prescindere dal grado. Accadeva perciò che in una squadriglia vi fossero piloti in possesso del rango di ufficiale, altri di quello di sottufficiale ed altri ancora semplici militari di truppa. La circostanza era piuttosto normale se si considera che all'inizio l'aviatore era considerato una sorta di «autista» che «conduceva» l'aereo quasi fosse stato un specie di «chauffeur». In questi casi, ed in particolar modo dopo Caporetto, il rapporto gerarchico tra piloti ufficiali veniva tranquillamente messo da parte e sostituito da una cameratesca amicizia. In questa situazione si trovarono tre aviatori, due piemontesi e uno romagnolo, tutti di umili origini. Ognuno di loro aveva condiviso la triste esperienza dell'emigrazione. Tutti e tre erano appassionati di meccanica e - quasi coetanei - si vennero a trovare come soldati di truppa nelle due squadriglie gemelle di San Luca, la 78^ e la 79^. Si trattava di Antonio Reali, Antonio Chiri e di Guglielmo Fornagiari.
Antonio Reali, piemontese di Osegna, fece parte della 79^ fin dalla sua formazione ad Arcade provenendo dal Genio. Pur riscuotendo l'apprezzamento dei superiori, non riuscì a ottenere una vittoria prima del 14 gennaio 1918, quando assieme ad Imolesi. abbattè in Valstagna un biposto. In precedenza, il 10 gennaio aveva però rischiato di essere abbattuto dalla pattuglia guidata dall'asso austro-ungarico Linke-Crawford durante la scorta a un SAML della 115^ Squadriglia, rientrando alla base con il suo caccia danneggiato. Dopo aver aspettato un anno per la sua prima vittoria, raggiunse il rango di «asso» in soli 19 giorni. Il 25 gennaio dichiara di aver abbattuto un velivolo austriaco nei pressi di Monte Verena. Si trattava dell'Albatross 153.70 pilotato da Franz Lahner della Flik 55J da cui l'aviatore uscì illeso. Tuttavia la vittoria non fu accreditata. Il 28 gennaio rivendica una doppietta durante una crociera di protezione sull'altopiano a bordo di un Nieuport 27. Le vittorie gli furono convalidate. Il 30 gennaio Reali è di scorta ad un Savoia Pomilio sul Sasso Rosso assieme a Giovanni Nicelli, quando avvistano e attaccano risolutamente il ricognitore austriaco e il suo caccia di scorta. Il ricognitore viene abbattuto e il caccia messo in fuga. Appena 30 ore dopo, Reali si laurea asso abbattendo un altro aereo austriaco nella zona di Asiago. Sul suo aereo portava come insegna un fez. Un'altra "doppietta" fu ottenuta il 20 giugno. Il 4 ottobre 1918 ottenne l'ultimo successo in coppia con Edmondo Lucentini, abbattendo Josef Berggold della Flik 56J che morì nonostante si fosse lanciato col paracadute. Concluse il conflitto con 11 vittorie riconosciute pur avendone rivendicate più di 30. Scomparve nell'ombra, salvo partecipare alla guerra d'Etiopia come riservista. Raggiunse il grado di capitano. Dopo il secondo conflitto mondiale continuò a lavorare come artigiano fino al 1975 quando venne a mancare.
Antonio Chiri, era un montanaro, e dopo aver prestato servizio in artiglieria, si offre volontario per il servizio in aviazione ed è ammesso alla scuola di pilotaggio di Pisa S. Giusto il 18 aprile 1915. Raggiunse la 77^ Squadriglia nel giugno del 1916 per transitare subito dopo nella 78^. Il 29 novembre Chiri ha un primo contatto con l'aviazione avversaria quando, in crociera sull'Altopiano mette in fuga, assieme ad un compagno, un nemico che picchia verso Pergine. Il 19 marzo 1917 ottenne la sua prima vittoria quando, durante un volo di caccia, attacca ed abbatte un Brandenburg della Flik 21. Per la seconda vittoria deve attendere l'estate quando libera su Lokve un Savoia Pomilio da un caccia che lo attaccava. L'abbattimento fu confermato dal ricognitore. Un altro abbattimento su Moriago il 20 novembre non venne confermato, mentre il 10 dicembre si unisce a Scaroni e Masiero nell'attacco ad un Aviatik C.I della Flik 58 che va ad infrangersi in fiamme presso Villa Ancillotto. Chiri diventò un «asso» proprio con la famosa battaglia aerea di Istrana del 26 dicembre 1917 quando ottenne la quinta vittoria. Assieme ad un altro Hanriot abbattè un nemico fra Montebelluna e Biadene. La sua insegna era la coda nera. Duellò con Franz Lahner poco dopo Reali ed ebbe la meglio e partecipò con altri all'abbattimento di Franz Graser, ma queste vittorie non gli furono riconosciute. Concluse la guerra con 6 successi su 13 rivendicati. Dopo il conflitto ebbe un terribile incidente nel dicembre del 1918 a Vittorio Veneto. Decollato da San Giacomo si trovò con i comandi bloccati e precipitò su alcuni curiosi uccidendoli. Rimase gravemente ferito e si riprese dal coma dopo ben 16 giorni. Venne però dichiarato inabile al servizio. Riuscì comunque a rientrare nei ranghi come riservista e malgrado i postumi dell'incidente continuassero a dargli problemi ad una gamba, continuò a volare come istruttore nella scuola idrovolanti di Como. Il nuovo incarico però non durò molto a lungo e Antonio Chiri dovette ritornare alla vita civile divenendo un tranquillo funzionario delle Poste. Si è spento nel 1971.
Guglielmo Fornagiari veniva dalla campagna romagnola, da Lizzano Belvedere. Emigrato in Francia dove lavorava come meccanico, nel 1912 venne richiamato in Italia per il servizio militare. Piccolo di statura e molto vivace fu assegnato al «Battaglione Aviatori» e nel 1915 lavorava ad Aviano come meccanico sui Caproni; Lì conobbe un altro asso di cui divenne amico, Attilio Imolesi. Passato al pilotaggio tornò al fronte nel marzo 1916 come sergente pilota e transitò come Antonio Chiri alla 77^ Squadriglia e poi alla 78^ a Istrana. Fornagiari colse la sua prima vittoria aerea il 19 giugno 1917 nel corso di un volo di scorta ai Caproni. Attaccò un Brandenburg della Flik 17 mentre sparava sui bombardieri e colpì a morte il pilota. Il velivolo austriaco precipitò su Braida. Il 22 agosto 1917 rivendicò l'abbattimento di un nemico su Ternova, ma l'esito del combattimento non fu confermato. Il 3 ottobre attaccò ed abbattè un nemico sul monte Glogogiag insieme ad uno Spad. Dopo i fatti di Caporetto tornò in azione il 13 novembre di nuovo alla scorta di un Savoia Pomilio nella zona di Ponte della Priula. Si trovò a combattere alla battaglia di Istrana, il 26 dicembre 1917, e riuscì ad abbattere un aereo su Falzè insieme a Masiero; Fornagiari in squadriglia era descritto come un uomo dal coraggio quasi sconsiderato in cielo, ma a terra una persona molto semplice, gentile e affettuosa. Partecipò allo scontro con Josef Kiss e Bohumin Munzar superando le 200 azioni di guerra. L'ultima vittoria la ebbe il 23 agosto 1918. Fornagiari, la cui insegna era un guidone nero, volava con un revolver ed un pugnale sempre pronti per qualsiasi emergenza. In settembre lasciò il fronte passando ai reparti impegnati nella difesa di Milano e Padova e per finire poi la guerra al deposito di Poggio Renatico. Finito il conflitto con 7 vittorie su 13 rivendicate continuò una tranquilla carriera militare fino al 1935. Fu quindi istruttore presso l'aeroclub di Vercelli fino al 1941. Si ritirò poi in pensione venendo a mancare nel 1956.
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