Il Fronte del Cielo - La Caccia - 6.4 - I Gregari di Baracca
La
91^ Squadriglia fu allestita mettendo insieme i maggiori assi dagli altri
reparti. Il gotha della formazione era composto da
Fulco Ruffo di Calabria,
Ferruccio Ranza,
Francesco Baracca e
Pier Ruggero Piccio. Quest'ultimo però
non faceva ufficialmente parte dell'organico, ma amava volare lo stesso con i suoi amici.
Fulco Ruffo di Calabria era un nobile napoletano e aveva già 31 anni allo scoppio del conflitto. Era
stato un volontario in cavalleria e aveva lavorato per un certo periodo in
Africa. Dopo essere stato richiamato venne assegnato all'aviazione sui
ricognitori. Nel 1916 passò alla caccia venendo aggregato alla
70^ Squadriglia
dove volava
Francesco Baracca.
Ruffo si fregiava di un'insegna piratesca
e, alla fine dell'anno, aveva già accumulato due vittorie raggiungendo il
rango di «asso» nel maggio dell'anno dopo.
Ruffo aveva un carattere
riservato, un fisico asciutto e un portamento che tradiva le sue origini
nobili. Seguì
Baracca alla nuova
91^ Squadriglia transitando sugli
SPAD. Durante la
permanenza a
Istrana nel giugno del 1917, ebbe tre vittorie di cui due su
due aerei della
Flik 21, impegnati in missione di protezione del campo di
Pergine
dov'era in visita il Kaiser. Dopo altre quattro vittorie fu
costretto in agosto ad un periodo di riposo per esaurimento nervoso.
Ritornato in servizio all'epoca del disastro di Caporetto, aggiunse altre
vittorie al proprio carniere ed a dicembre assieme a Baracca e
Piccio fu
inviato a Torino per valutare i nuovi caccia. Dopo un'altra licenza fece
ritorno a
Quinto nel maggio del 1918. Ottenne altre due vittorie che furono
le ultime della sua carriera di pilota. In giugno, alla morte di Francesco Baracca, assunse il comando del reparto sino a fine settembre,
quando passò
al comando del XVII gruppo. Prese parte alla Battaglia di Vittorio Veneto e,
anche se abbattuto, riuscì a sfuggire alla cattura. Finito il conflitto con
20 successi all'attivo, dopo una incerta carriera militare, nel 1925 fu
posto in aspettativa. Si ritirò allora nella sua tenuta in provincia di
Frosinone, occupandosi di politica e opponendosi al regime fascista dal
quale verrà perseguitato. Dopo l'8 settembre aiuterà la resistenza e gli
alleati. Morì nel 1946 e tredici anni dopo la figlia Paola sposò Alberto di
Liegi diventando poi la regina del Belgio.
Ranza
era un piacentino di Fiorenzuola d'Arda classe 1892. Allo scoppio del
conflitto entrò subito nel «Battaglione Aviatori», dimostrando le sue
qualità eccellenti di pilota. Solo nel 1916 transitò alla caccia con la
nuova 77^ Squadriglia
a
Istrana. Arrivò alla
91^ Squadriglia alla sua costituzione nel maggio del
1917. Con la Battaglia dell'Ortigara diventò «asso» raggiungendo le 5
fatidiche vittorie che consentivano al pilota di fregiarsi di questo titolo.
Era un uomo di corporatura robusta ma di carattere sensibile anche se
spigoloso. Il 24 giugno fu lui a trovare assieme al giornalista Raffaele
Garinei del «Secolo» di Milano e al tenente Franco Osnago, che gli era stato
gregario nell'ultimo volo, i resti di Francesco Baracca.
Ranza assunse il
comando della 91^
dopo Ruffo e con la battaglia finale arrivò alle 24
vittorie di cui però solo 17 ufficialmente riconosciute. Mantenne il comando
della «Squadriglia Baracca» fino al 1919. In seguito partecipò al raid Roma-Tokyo
ritirandosi per incidente a Calcutta. Ricoprì poi vari incarichi
nella Regia Aeronautica, fino a raggiungerne il comando. L'8 settembre era a
Bari dove partecipò alla difesa delle infrastrutture aeroportuali fino
all'arrivo degli alleati. Fu tra coloro che riuscirono a convincerli ad
impiegare il resto dei reparti italiani nella guerra di liberazione.
Lasciato il servizio attivo nel 1945, trascorse la quiescenza serenamente.
Si spense a Bologna nel 1973.
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