La Grande Guerra Aerea - 4.1 - 1917 - Il Terzo anno di Guerra

Secondo i piani del Comando Supremo e i programmi a suo tempo concordati, alla ripresa primaverile delle attività, l'aviazione italiana avrebbe dovuto schierare 30 squadriglie da ricognizione, montate su monomotori o bimotori Savoia Pomilio, 38 squadriglie da caccia e da difesa, delle quali 10 Nieuport, 14 su Pomilio biposto tipo C, 14 su SAML, 20 squadriglie da offesa su trimotori Caproni  da 450 CV e 4 squadriglie di idrovolanti FBA. Nella realtà alla data del 10 febbraio 1917 sui fronti italiano, albanese e macedone, c'erano in tutto 20 squadriglie da ricognizione montate su Farman, Voisin e Caudron e 5 da difesa, su Farman e SAML, 7 squadriglie ed una sezione da caccia, su Nieuport da 80 Cv, 12 da bombardamento Caproni su Caproni da 300 o da 350 CV, 2 di idrovolanti. Ad eccezione delle squadriglie da caccia, per le quali però era necessario procedere al più presto alla sostituzione del Nieuport da 80 CV con il tipo da 110 CV, e delle due squadriglie da ricognizione che disponevano di qualche esemplare del bimotore Caudron G4, tutte le altre erano equipaggiate con materiale superato o logoro. A riproporre con forza la "questione aviatoria"  fu uno dei giornalisti più influenti del tempo, Luigi Barzini, con un articolo apparso in prima pagina sul "Corriere della Sera" del 5 marzo 1917 il cui tema era la necessità di non perdere il passo con l'impetuoso sviluppo della tecnica aeronautica: "Una legge fondamentale, inesorabile, fatale, che deve essere sempre presente a chi porta la responsabilità di una preparazione aerea: Nell'aviazione di guerra, il vecchio, l'arretrato, il sorpassato, è nullo". Il 13 gennaio 1917 alla 78^ Squadriglia di Istrana fu affiancata la 79^ di nuova formazione, appena costituitasi ad Arcade. La neonata formazione venne assegnata alla 2^ Armata per operare sugli Altipiani. Disponeva di Nieuport 11 da 80 hp ed era agli ordini del capitano Francesco Chimirri. Oltre al comandante vi prestavano servizio altri 9 piloti: i tenenti Cesare Bertoletti e Umberto Mazzini, il sottotenente Alberto Moresco, il maresciallo Giovanni Attili, i caporali Marziale Cerutti, Attilio Imolesi, Giovanni Nicelli e Antonio Reali e il soldato Vittorio Melloni. Il 22 gennaio 1917 cadde uno dei piloti di Istrana in forza alla 78^ Squadriglia. A perdere la vita in un tragico incidente fu il sergente Augusto Vola che morì per la rottura delle ali del suo Nieuport. Tra il marzo e l'aprile del 1917 le forze aeree italiane affrontarono un nuovo riordino: furono costituiti i Comandi d'aviazione a livello d'Armata, mentre le squadriglie fotografiche passarono alle dipendenze del Comando Supremo. Venne inoltre soppressa l'aviazione per l'artiglieria. Le squadriglie 78^ e 79^ furono inquadrate nel X Gruppo ed ognuna di esse distaccò una sezione in Friuli per le operazioni sull'Isonzo. La 79^ inoltre fu chiamata a distaccarne un'altra (la III^) a Padova per la difesa della città. In aprile all'idroscalo di Sant'Andrea venne formata la 252^ Squadriglia, con elementi provenienti dalla 2^ della Stazione Idrovolanti di Venezia. La comandava il capitano Paolo Avogadro che aveva alle sue dipendenze personale dell'Esercito e della Marina. Alla nuova formazione fu affidato il compito di difendere la città. Le sue insegne erano delle strisce nere sulle code degli F.B.A. della Stazione Idrovolanti di Venezia che la equipaggiavano. Divenne per questo nota come la «squadriglia delle bande nere», nome che riecheggiava le antiche gesta di Giovanni de' Medici e della sua compagnia di ventura toscana. Il 17 aprile 1917 il cielo grigio di una fredda e brutta giornata di maltempo fece da sfondo ad un nuovo attacco austriaco su Venezia. Il mare dinanzi alla città era grosso, quando alle 11 del mattino, una formazione composta da alcuni idrovolanti asburgici puntò sul capoluogo lagunare. A difesa della città si levarono in volo 12 aerei. Quattro erano FBA decollati da Sant'Andrea. Altri 4 FBA erano invece partiti da Grado mente gli ultimi 4 velivoli modello Nieuport 17 si erano alzati da San Nicolò. Due degli idrovolanti provenienti da Sant'Andrea non poterono sparare. L'arma del primo si inceppò subito mentre il mitragliere del secondo, con le mani ormai quasi congelate, non era in condizioni di combattere. Facendo fuoco da lontano il pilota italiano Giulio Viner riuscì a centrare l'idrovolante austriaco il K192, costringendolo ad ammarare. Gli altri nostri apparecchi tornarono alle rispettive basi, mentre Viner che era stato a sua volta colpito dal fuoco dei velivoli incursori, fu anch'egli costretto ad ammarare. Toccò l'acqua presso la foce del Piave. Il pilota si fece trainare da un dragamine e non appena fu sorvolato da un idro francese gli fece segno di ammarare per farsi caricare a bordo e raggiungere l'aereo austriaco. Poco dopo però, in zona, fecero la loro comparsa due unità navali dell'aquila bicipite. A quel punto Viner e il collega francese pensarono bene di rientrare. Nel frattempo, all'idroscalo di Sant'Andrea, qualcun altro aveva deciso di tentare il recupero dell'idro austriaco. Si trattava di Avogadro e del s.capo Bonsembiante che giunsero in zona a bordo del loro FBA. Il mare però era molto agitato e quando l'aereo toccò le onde si capovolse. Gli italiani e gli austriaci a questo punto erano tutti e quattro in acqua a qualche centinaio di metri di distanza gli uni dagli altri. L'area fu raggiunta da un FBA francese, ma nel momento in cui il velivolo tentò di ammarare, le forza delle onde era tale che esso ebbe un galleggiante strappato via. Il pilota riguadagnò prontamente il cielo tornando a Venezia. Il luogo venne quindi sorvolato anche dal guardiamarina  Agostino Brunetta a bordo di un Macchi L3 che riuscì scendere e a imbarcare i quattro sventurati. Non fu però più in grado di decollare. Nel frattempo si era scatenato un nubifragio. Una pioggia violenta sferzava i cinque naufraghi. Ormai si erano fatte le quattro del pomeriggio quando una nave si avvicinò rispondendo alle segnalazioni dei nostri piloti. Purtroppo per loro si trattava di un'unità austriaca che li prese prigionieri. Nel corso del raid di quel giorno sulla città lagunare, altri due aerei furono abbattuti: il K188 austriaco che, in missione di soccorso, stava cercando il K192 e si scontrò con i velivoli pilotati dal 2° capo Minciotti e dal 2° capo Zanetti, e un FBA francese che tentò di attaccare la nave che aveva catturato gli italiani. Sempre nel mese di aprile del 1917 la 32^ Squadriglia era destinata alla aviosuperficie di San Pietro in Gu e, poco tempo dopo, presso lo stesso aeroporto venivano stanziate anche la 32^ e parte dalla 26^ Squadriglia, tutte con compiti di ricognizione. Per questo campo passeranno anche la 2^ Sezione SVA e, a marzo del 1918, una sezione della 83^ Squadriglia. Questo reparto fu anomalo nella sua costituzione. Era stato creato con tre sezioni tutte inviate verso fronti diversi: una in Macedonia, una a Belluno e la terza a Cavazzo Carnico. Fu quest'ultima a essere infine destinata a San Pietro in Gu. Questo sito, e l'estensione confinante di Casa Piazza, furono anche sede del 66th Squadron del Royal Flying Corps inglese, che vi arrivò nel marzo del 1918, rimanendovi fino a fine conflitto.

  Tra gli obiettivi dei bombardieri austriaci già definiti all'inizio del conflitto, ci furono anche le chiuse e le idrovore del bacino del Po che, se distrutte, potevano dar luogo a vaste inondazioni in grado di creare seri problemi alla viabilità e all'economia italiana. Così il 13 aprile del 1917 e poi il 3 giugno dello stesso anno vennero attaccati gli impianti di sollevamento delle acque di Codigoro. La presenza di batterie antiaeree fece fortunatamente fallire entrambe le incursioni. Dopo l'attacco di aprile vennero ritrovati a terra dei confetti. Si temette che fossero avvelenati e dopo le analisi si scoprì che erano infetti. Se ingeriti però, avrebbero al massimo provocato problemi intestinali: una anticipazione della guerra batteriologica... Alla ricognizione fu assegnato anche il compito di curare il collegamento e la comunicazione veloce fra i reparti di fanteria ed i comandi. Vennero svolti diversi esperimenti in questo senso ricorrendo al vecchio sistema di segnalazione con teli e fumate. Da terra la fanteria «trasmetteva» con stoffe che avevano un lato rosso (per la neve) ed uno bianco. Dall'aereo invece, l'equipaggio confermava con l'emissione di fumo l'avvenuta ricezione del messaggio che poi veniva scritto e recapitato al destinatario dopo essere stato sistemato all'interno di un tubo e lanciato dal velivolo. Nel maggio del 1917 la 50^ Squadriglia su Farman motorizzato Colombo, cominciava ad operare sul nuovo campo di Trissino. Al reparto era in forza anche l'aspirante ufficiale Amedeo Mecozzi che poi ritroveremo alla 78^ Squadriglia. Ai primi del mese entrò in attività anche un altro campo a Santa Giustina (Bl). Prima della ritirata di Caporetto ospitò le squadriglie 35^ e 117^. La prima però tornò subito a Belluno perché il campo non era ancora completato. Il 19 maggio 1917, la Flik n. 24 di Pergine eseguì un'incursione sulla pianura veneta per rilevare degli spostamenti truppe in concomitanza con l'offensiva sull'Isonzo. Non si trattò di una ricognizione fotografica. Una pattuglia di Brandenburg decollò alle 6.30, e dopo aver sorvolato gli altipiani arrivò su Treviso. Quindi i velivoli ritornarono verso la base di partenza percorrendo tutti una rotta diversa. Uno seguì la direttrice Vittorio-Belluno. Un'altro puntò su Vicenza e il terzo si diresse alla volta di Bassano. Quest'ultimo, l'Albatros (Brandenburg 29.70) con a bordo il sottotenente osservatore Kurt Freiherr von Fiedler e il sergente pilota Lambar Rudolf, nel tratto Montebelluna-Bassano, fu intercettato dal Nieuport del capitano Bolognesi della 78^ Squadriglia. Nel combattimento che ne seguì von Fiedler fu colpito mortalmente sul cielo di Feltre. Il serbatoio del velivolo austriaco risultò perforato, l' Albatros venne costretto all'atterraggio vicino a Lentiai, nella zona di Cesio-Busche. L'ufficiale osservatore fu sepolto a Feltre. Per questa azione la 78^ Squadriglia ricevette le congratulazioni dal comune di Treviso. A metà del 1917 furono introdotti nelle squadriglie i velivoli SP2, i SAML ed i Caudron G4 bimotori per le zone montane, questi ultimi nella misura di una sezione (3 aerei) per reparto. La 48^ Squadriglia di Belluno ne fu invece interamente equipaggiata.

 


Illustrazione: Da: Nel Cielo, supplemento de "Il secolo Illustrato", giugno 1918
13. Fiume 15. Ortigara

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78^ SQUADRIGLIA


La 78^ Squadriglia Caccia si mobilita sul campo della Comina il 15 agosto 1916 con velivoli Nieuport Bebè. Il 3 settembre si trasferisce sul campo di Istrana, equipaggiata+con sette Nieuport XII e un Nieuport 10. Inizia i voli di guerra il 9 settembre 1916. Il 10 agosto 1917 la squdriglia si trasferisce al campo di Borgnano (Cormons) per appoggiare la grande offensiva sull'Isonzo che porta alla conquista della Bainsizza. Con la ritirata la 78^ passa il 28 ottobre al campo della Comina, distruggendo a terra 12 Hanriot. Poi si sposta ad Aviano e Arcade, fino a ristabilirsi a Istrana il 9 novembre. Alla data del 15 maggio 1918, stanziata a S. Luca partecipa alla battaglia del Solstizio e in quel campo si trva alla data dell'armistizio. Dal novembre 1917 la 78^ effettuò 784 voli di caccia, 2420 di crociera, 839 d scorta, 217 mitragliamenti, 31 lanci di bombe e spezzoni, 273 lanci di manifestini, 337 combattimenti aerei con 70 vittorie.

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AEROPORTO DI ISTRANA

Il campo di Istrana della prima guerra mondiale non corrisponde a quello attuale. Presso gli austriaci esso era noto come campo di Trevignano in quanto era stato realizzato sul confine con questo comune, nella zona a nord di Istrana e a est di Vedelago. La base era collocata a sud dei «Pilastroni» della villa Onigo di Trevignano e si estendeva fino quasi alla Postumia Romana occupando circa 60 campi trevigiani. Il campo di Istrana, a partire dal 1917, fu inserito nella rotta Torino - Pordenone, che veniva impiegata per trasferire al fronte, direttamente dalle zone di produzione, i nuovi velivoli. L'esistenza di questo aeroporto era ben nota agli austriaci com'è testimoniato dai pesanti bombardamenti di cui fu oggetto a partire dal grande scontro del 26 dicembre 1917. In quell'occasione, i cieli della Marca, fecero da sfondo al più importante combattimento aereo dell'intero conflitto sul fronte italiano. continua nel sito (vedi aeroporti: Istrana)


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79^ SQUADRIGLIA CACCIA

Ne viene iniziata la costituzione nel novembre del 1916 al Centro di Formazione Squadriglie di Arcade e fu dichiarata pronta il 12 gennaio 1917. L'unità montata sui Nieuport 80 hp effettua le prime missioni di guerra intorno al 20 gennaio. Tra la fine di ottobre e i primi di novembre l'unità riceve i nuovi Niieuport 27 e il 2 novembre si trasferisce a Nove di Bassano. Nel 1917 la squadriglia compie 1500 voli di guerra sostenendo 69 combattimenti. Nel marzo del 1018 si trasferisce sul campo di S. Luca di Treviso, dove si trova schierata all'armistizio. La 79^ il cui distintivo era una lupa nera dipinta sulla fusoliera, durante il 1918 eseguì 2910 voli di guerra e 158 combattimenti aerei.




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CAMPO DI VOLO DI ARCADE

Nonostante debba la sua denominazione alla località di Arcade, il campo di volo conosciuto con il nome del paese trevigiano si trovava in effetti molto più vicino ai centri di Povegliano e Visnadello. L'aviosuperficie era stata realizzata su un'area di 460 per 380 metri circa, conosciuta come i campi bianchi , toponimo che con ogni probabilità aveva tratto origine dalle caratteristiche del terreno che si presentava sassoso, in quanto anticamente interessato dal corso del fiume Piave. I lavori per la costruzione del nuovo aeroporto iniziarono 26 ottobre 1916. Il campo divenne operativo nelle settimane seguenti venendo scelto per addestrarvi la nuova 79^ Squadriglia poi destinata a Istrana e successivamente a Paese (San Luca). (Vedi scheda)




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NIEUPORT NI.11




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MARZIALE CERUTTI 1895 - 1946

Sergente pilota gli furono accreditate 17 vittorie nella Grande Guerra, inclusa la 13^, un draken abbattuto il 31 giugno 1918. Bresciano, appartenente alla 79^ Squadriglia, il suo velivolo era caratterizzato dalle lettere "MIR" dipinte sulla fusoliera posteriore, che stavano per "Marziale Imperatore Romano", più una carta da gioco stilizzata.




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ANTONIO REALI 1891 - 1975

Antonio Reali fu un asso dell’aviazione italiana durante la Guerra mondiale del 1915-18. Gli furono attribuite undici vittorie, mentre altre 22 non furono poi confermate. Nato a Ozegna fu arruolato come soldato nel Genio. Successivamente fu trasferito al Corpo Aeronautico Militare dove frequentò la scuola di volo di Coltano (Pi). Conseguì il brevetto di base su un Farman 1912 in data 1 luglio 1916. Nell’agosto dello stesso anno conseguì il brevetto di pilotaggio avanzato con un Farman 1915. Dopo la scuola caccia sui Nieuport di Cascina Costa, Reali fu assegnato alla 79^ Squadriglia il 14 gennaio 1917. La prima vittoria aerea, non confermata, giunse il 3 giugno 1917, e per vedersi riconosciuta una vittoria ufficiale, dovette attendere la quarta, il 14 gennaio 1918. Il 1 febbraio 1918 era già un asso, con quattro vittorie confermate su cinque. Poi, dal 4 febbraio al 17 giugno ebbe nove vittorie consecutive non confermate. Dal giorno successivo e fino all’8 ottobre, Reali reclamò undici vittorie, solo due delle quali gli furono riconosciute. Fu decrato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Lasciò il servizio nel 1919 e rientrò in aviazione nel 1923.




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VENEZIA SANT'ANDREA

La disponibilità di un primo nucleo di piloti addestrati portò alla creazione di una scuola di pilotaggio a Venezia (1 febbraio 1913) che nel marzo seguente fu presa in carico dalla Regia Marina ed inaugurata il 25 aprile. (Direzione Generale di Artiglieria e Armamenti); battezzata “Squadriglia San Marco” l’unità disponeva di otto idro (un idro Ginocchio, tre Borel 100Hp, un Borel 80 Hp, due Curtiss Paulham 1912 e un Bréguet), sui quali si brevettarono per primi Brivonesi, Mendozza, Viotti e Cavalieri. In un primo tempo l’attività della scuola si svolge in Canale delle Vergini, presso l’Arsenale, ma poco dopo viene trasferita sul nuovo idroscalo realizzato nel canale del forte di S. Andrea, sull’isola delle Vignole, situato presso la bocca di porto del Lido. In quei primi anni d’attività è utilizzato anche l’adiacente idroscalo di Punta Sabbioni che, è ancora in uso quando l’Italia entra in guerra nel maggio 1915 ma poi viene abbandonato.




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252^ SQUADRIGLIA


Nasce nell'aprile del 1917 all'idroscalo di S. Andrea con personale misto dell'esercito e della marina. La linea di volo è formata da idrovolanti FBA. A metà ottobre del 1917 questi ultimi vengono sostituiti con i Macchi L.3. Il reparto compie l'ultima missione bellica il 4 novembre 1918. (Immagine: Il Macchi n. 28 della 252^ in volo primavera 1918. Tratta da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra. Ufficio Sorico AM.)

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STAZIONE IDROVOLANTI DI VENEZIA

Nel 1914 la Regia Marina possedeva due stazioni di idrovolanti: una a Venezia e l’altra a La Spezia, con 14 apparecchi tipo Borel, Brèguet, Curtiss, Albatros, Farman e Guidoni (alcuni dei quali imbarcati su navi). Al 24 maggio 1915 la Stazione Idrovolanti di Venezia disponeva di sei aeroplani di tipo diverso con due aviorimesse, che si trovavano a Punta Sabbioni (Sant’Andrea).




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F.B.A (FRANCO-BRITISH AVIATION)




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IDROSCALO DI GORGO A GRADO

Nel luglio 1915, la Regia Marina che disponeva di 15 idrovolanti suddivisi tra i Comandi dell’Alto e del Basso Adriatico, provvede a organizzare nell’isola di Gorgo, nella laguna di Grado, una Stazione idrovolanti. Più tardi questa verrà dislocata vicino al porto in concomitanza con l’arrivo di un gruppo di idrovolanti dell’aviazione francese, che collaboreranno con gli italiani fino all’inizio del 1917 quando saranno sostituiti da un gruppo di volo italiano. Nel febbraio del 1916 alcuni idrovolanti di Grado sono in missione su Trieste con a bordo l’Ufficiale osservatore Gabriele d’Annunzio. Fu in questa missione, nella fase di ammaraggio d’emergenza, che d’Annunzio perse l’uso di un occhio. Intanto, la presenza di idrovolanti italiani a così breve distanza dalle basi austriache di idrovolanti di Trieste non poteva essere tollerata dagli Austriaci, e Grado è sottoposta a molti bombardamenti, in particolare dall’inizio del 1916 l’isola di Gorgo e nei mesi successivi Punta Sdobba e di nuovo Grado.




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NIEUPORT 17




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CAMPO DI AVIAZIONE VENEZIA LIDO

A causa del pericolo di bombardamenti aerei a cui era esposto il patrimonio artistico di Venezia, si rese necessario trovare un'area vicina alla città dove realizzare un campo di aviazione per ospitare l'aviazione francese giunta in soccorso. Inizialmente i caccia Neuport 10 e i veloci biplani Spad S VII francesi si schierarono nel campo di Bazzera, nei pressi di Mestre, ma questa locazione non si dimostrò adatta a tempestivi interventi di intercettazione di aerei nemici. Fu così che il Comando della Marina decise di ricavare un campo di aviazione dalla piazza d’armi del Forte di S. Nicolò al Lido. Lo spazio, ampliato con la demolizione di alcuni fabbricati minori, dimostrò la praticabilità del progetto il primo dicembre, dopo tre mesi di lavori, la squadriglia francese si trasferì nella nuova sede segnando così la nascita dell’aeroporto lidense. L'aeroporto ebbe visitatori illustri quali il Principe di Galles, il futuro Re Edoardo VIII, lo scrittore Celine, ed una madrina d’eccezione, l’affascinante baronessa Nicola Winspeare Guicciardi. Anche Gabriele D’Annunzio diventerà un abitué del luogo dopo il suo trasloco nella celebre Casetta Rossa sul Canal Grande.




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MACCHI L.3 (M.3)




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32^ SQUADRIGLIA


La 32^ Farman nasce il 15 aprile 1916 sul campo di Villaverla. Il 4 luglio 1917 si trasferisce sul campo di S. Pietro in Gù. Il 24 febbraio 1918 l'unità va a Nove di Bassano dove in marzo finalmente si riequipaggia con gli S.P.3. Il 13 marzo però torna a San. Pietro in Gù. In aprile si riequipaggia con i SIA 7b ma ad aprile i voli sono sospesi e la squadriglia rimane inattiva per un breve periodo. (Immagine: I SIA 7b della 32^ con lo stemma di reparto, un cupido vestito col frac come un frequentatore di tabarin, tratto da " I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM).

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CAMPO DI VOLO SAN PIETRO IN GU (PD)

Allestito nei mesi precedenti alla rotta di Caporetto, alla data del 24 ottobre 1917 era sede della 32^ Squadriglia Farman dipendente dal VII Gruppo del Cap. De Sanctis. In seguito fu sede della 33^ Squadriglia da ricognizione S.P.3. Entrambe le squadriglie dipendevano dal VII Gruppo Aeroplani con sede a Nove di Bassano. Dal 15 giugno 1918, inizio della battaglia del Piave, il campo fu sede della 66^ Squadriglia caccia Sopwith della RAF. Dal 20 ottobre 1918, San Pietro in Gù fu sede di tre Squadriglie italiane, la 26^, la 32^ e 33^.


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26^ SQUADRIGLIA


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2^ SEZIONE SVA


Formata su sei apparecchi a Ponte San Pietro alla fine del 1917, nel gennaio del 1918 si trova a Nove di Bassano. Nel febbraio va a Castenedolo in riposo. Nell'aprile del 1918 si sposta a S. Pietro in Gu, dove rimane fino alla fine della guerra. Ebbe accreditate nove vittorie aeree. Il 5 dicembre 1918 diviene 62^ Squadriglia. Una nuova 2^ sezione SVA viene messa in formazione a Ponte San Pietro il 15 ottobre 1918. Al 19 novembre è a Montichiari. (Immagine: SVA di prima produzione della 2^ Sezione, con mitragliatrice Vickers esterna. Tratta da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra. Ufficio Sorico AM. Foto De Vicari).

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83^ SQUADRIGLIA

Questa squadriglia è un reparto particolare in quanto viene costituita il 5 maggio 1917, con più sezioni che operano separatamente. La 1^ sezione è costituita per la Macedonia. Il 10 dicembre questa sezione viene trasformata in squadriglia, assumento il numero 73. La 2^ e la 3^ sezione sono costiuite ad Arcade e inviate, rispettivamente, a S. Pietro in Campo (Belluno, e a Cavazzo Carnico. Il primo volo di guerra della 2^ sezione ha luogo il 10 maggio 1917. La 3^ sezione arriva a Cavazzo il 16 maggio e compie il primo volo di guerra il 19. Dopo Caporetto la 83^ trasferisce tre aerei a Feltre. L'11 novembre le due sezioni si trasferiscono a Marcon. Il 1 dicembre l'unità riceve i primi Ni.27 Monocoque. Il 18 marzo 1918 si sposta da Marco, mandando la 1^ Sezione a S. Pietro in Gù e la 2^ a Castenedolo. Il 4 ottobre entra a far parte del nuovo XXIV Gruppo spostandosi da S. Pietro in Gù a Poianella. In totale nel corso del 1918 ha effettuato oltre 2500 voli.(Immagine: Nieuport XI della 83^ Squadriglia, 2^ Sezione a Belluno nell'estate del 1917. Da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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CAMPO DI AVIAZIONE DI BELLUNO

L'aviosuperficie di Belluno fu realizzata a San Pietro al Campo dove si trova tuttora, tra la città e Ponte nelle Alpi e tra la strada regionale 50 ed il Piave. Essa ospitò le squadriglie 48a e 83a e dopo Caporetto diventò una base austriaca con le Flik 2D, 8D, 11D, 30J, 39D, e 53D.




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CAMPO DI VOLO DI CAVAZZO CARNICO (BL)




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66th SQUADRON

Fu fondato a Filton il 30 giugno 1916 come gruppo addestrativo armato con velivoli Factory BE2, BE12S e Avro 504. Il Gruppo ebbe in dotazione il primo Sopwith Pup il 3 febbraio 1917 e trasferito a Vert Galand,nella Somme, il 12 marzo successivo. Nel mese di ottobre i velivoli Pup furono sostituiti dai nuovi Sopwith Camel e il gruppo fu spostato in Italia con lo Stormo 14. Durante i dodici mesi di guerra sul fronte italiano il gruppo riuscì ad abbattere 172 velivoli nemici. Ritornò nel Regno Unito nel marzo 1919 e fu sciolto il 25 ottobre 1919




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ROYAL FLYING CORPS R.F.C.

Il Royal Flying Corps venne ufficialmente costituito il 13 marzo 1912 come parte dell'esercito britannico (British Army). Il primo comandante fu il brigadiere generale Sir David Henderson e fu diviso in due parti. La prima era rappresentata dall'arma aerea dell'esercito (Army Wing)) e l'altra della marina (Naval Wing). Nel 1914, il Naval Wing fu posto sotto il diretto comando della Royal Navy e fu pertanto costiuito il Naval Air Service. Il Royal Flying Corp entrò in azione il 19 agosto 1914, sei giorni dopo aver lasciato il Regno Unito e posto la sua base operativa in Francia.




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50^ SQUADRIGLIA


Viene costituita il 10 maggio 1917 dalla seconda sezione della 46^, di base a Trissino con velivoli Farman. Il 31 luglio 1917 va a Villaverla ma rimane ferma un mese per mancanza di apparecchi. Cessa le attività dal servizio di guerra il 7 ottobre e viene impiegata in un corso di addestramento per allievi osservatori. Il 25 novembre va da Villaverla a Verona ma viene sciolta l'11 novembre 1917. (Immagine: Il Farman Colombo MF 2692 della 50^ squadriglia nell'agosto del 1917 - Longoni. da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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FARMAN 1914

Costruito dal 1914 come MF11, fu abbandonato nel 1916. Era propulso da un motore da 80 CV e fu impiegato come ricognitore, bombardiere e velivolo di appoggio per l’artiglieria. Biplano biposto in grado di sviluppare una velocità massima di 106 km/h e di raggiungere una quota di 4000 metri. Pesava 1188 kg a pieno carico ed aveva una autonomia di volo di 3 ore e 30’.


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CAMPO DI VOLO DI TRISSINO (VI)

Nel maggio del 1917 la 50^ Squadriglia su Farman Colombo, cominciava ad operare sul nuovo campo di Trissino. Al reparto era in forza anche Amedeo Mecozzi che poi ritroveremo alla 78^ Squadriglia. Il campo che sino alla fine di luglio ospitò solo la 50^, era sistemato sulla riva destra dell'Agno a fianco del paese e sovrastato dalla villa Marzotto. Rimarrà in quella posizione anche dopo il conflitto, sino agli anni '60. La struttura si trovava all’ingresso del paese dopo il ponte vecchio sull’Agno, sulla destra, dove ora vi sono le scuole medie e le piscine. Vi stanziavano soldati italiani, inglesi e francesi. Il comando militare inglese aveva sede nella villa Da Porto, ora Marzotto. Il campo d’aviazione militare aveva un hangar in muratura dove il VII gruppo aeroplani (che fu costituito il 20 aprile 1916 come nuovo gruppo per l’artiglieria) si trasferì da Verona il 19 giugno 1916. Alla fine del 1916, proveniente da Feltre, si era stanziata la 46° squadriglia con velivoli FARMAN che serviva l’artiglieria pesante per le ricognizioni fotografiche in un teatro di operazioni di alta montagna particolarmente difficile. Il 10 maggio 1917 dalla 46° squadriglia si forma la 50° squadriglia assegnata al V corpo d’armata con due aerei FARMAN, poi rinforzati da un terzo. Successivamente i cinque piloti e sei aerei FARMAN, faranno parte del III gruppo e saranno assegnati al X corpo d’armata. Nel mese di maggio del 1917 la squadriglia eseguì 12 ricognizioni oltre a numerosi voli d’esercizio (per un totale di 42 ore di volo sull’Ortigara) servendo il XXVI corpo d’armata con ricognizioni e bombardamenti. Il 31 luglio 1917 la 50° squadriglia si trasferì da Trissino a Villaverla ma rimase ferma un mese per mancanza di apparecchi. (da: Tra Berici & Lessini, di Dina Tamiozzo)

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AMEDEO MECOZZI 1892 - 1971

Pilota dell'aviazione militare dal 1915, "asso" dell'aviazione da caccia durante la prima guerra mondiale, dopo la guerra fu pilota collaudatore dell'Istituto sperimentale aeronautico. Comandante (1923) della 91ª squadriglia Baracca e (1927) del VII gruppo aviazione da caccia, dal 1929 si dedicò all'organizzazione di speciali reparti che nell'ottobre 1931 furono denominati reparti "d'assalto" ed ebbe il comando del V stormo; promosso (1937) generale di brigata aerea, comandò la V brigata aerea d'assalto. Fu successivamente (dal 1937 al 1938) comandante di un settore aereo in Somalia, direttore della Rivista Aeronautica, presidente dell'Aero Club d'Italia e presidente dell'Editoriale Aeronautica; collocato a riposo nel 1946. Il M. è soprattutto noto per le sue vedute sull'impiego bellico dell'aviazione da lui svolte (dal 1919) spesso in contrasto con le direttive ufficiali dei comandi e in aperta polemica con le idee affermate da G. Douhet nella sua opera Il dominio dell'aria (1921). Favorevole all'unità e autonomia tecnico-organizzativa dell'aviazione militare, affermò peraltro la necessità di una integrale cooperazione addestrativa-operativa delle tre forze armate terra-aria-mare, contestando l'opportunità e la possibilità di affidare esclusivamente all'arma aerea impiegata in massa il compito di risolvere il conflitto attraverso una "guerra aerea a sé stante". Obiettivo essenziale delle operazioni belliche debbono essere le forze armate nemiche; il bombardamento aereo di obiettivi civili deve essere escluso e pertanto sono da escludere o limitare i mezzi offensivi (aerei o missili) che non consentano la selezione degli obiettivi e la precisione nel colpirli. In relazione a queste vedute, il M. fu ardente fautore (fin dal 1926) di un particolare tipo di velivoli che egli chiamò d'assalto (gli attuali cacciabombardieri). (da: www.treccani.it)




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AEROPORTO DI SANTA GIUSTINA (BL)


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35^ SQUADRIGLIA


La 35^ Squadriglia Voisin viene allestita nell'aprile del 1916 a Padova e si sposta ad Aviano per addestrarsi. Il 1 maggio 1916 viene stanziata a Chiasellis ed iniziano i voli di guerra. Il 16 agosto la squadriglia si trasferisce a Campoformido. Per la sostituzione del Voisin la squadriglia viene ritirata dalla zona di guerra e sciolta in data 16 marzo. Dall'aprile del 1917 una nuova 35^ Squadriglia bis è in costituzione sull'aeroporto di Ghedi su velivoli Pomilio. La nuova squadriglia va al fronte solo in estate sul campo di S. Giustina. Per la incompletezza del campo, le due sezioni vengono portate a S. Piero (Belluno) e poi di nuovo a S. Giustina (28 giugno). La squadriglia esegue il primo volo di guerra il 12 luglio 1917. Ritirata dopo Caporetto riesce a portare 6 dei suoi 12 velivoli a Campoformido, e il 28 ottobre si sposta ad Aviano. Con un solo velivoli raggiunge poi Ponte San Pietro. Il 3 novembre viene rimandata a Istrana e dopo un breve periodo si sposta a Castel di Codego. All'inizio del 1918 inizia il passaggio sul SIA 7b. Il 14 maggio si sposta al campo di Piano di Camuno. Svolge l'ultima azione il 23 giugno e il 24 arriva l'ordine di versare i suoi SIA. L'ordine di scioglimento arriva il 10 luglio 1918. (Immagine: Voisin8 della 35^ Squadriglia a Campoformido. Tratta da "I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra. Ufficio Sorico AM.)

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117^ SQUADRIGLIA


La 117^ Squadriglia SAML viene costituita nel settembre del 1917 al Centro di Formazione Squadriglie di Arcade. Viene mobilitata il 3 ottobre 1917 sull'aeroporto di S. Giustina (Belluno) al servizio della 4^ armata. Dopo Caporetto la squadriglia si ritira dal Cadore e viene trasferitra a Padova. A metà dicembre alla squadriglia viene ordinato di spostarsi a Fossalunga, riassegnata alla 1^ armata, dove si trasferisce a metà febbraio del 1918. A giugno riceve l'ordine di convertirsi sui Pomilio. (Immagine: Il ten. Carlo Scavini, un valoroso pilota della 117^, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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CIRE' DI PERGINE

Nelle immediate retrovie degli altipiani, all’inizio della Valsugana in località Cirè di Pergine la neonata Imperial-Regia Aviazione costruì uno dei suoi più importanti aeroporti del fronte italiano, ubicato in una posizione strategica quasi baricentrica all’intero fronte su cui doveva operare. Nel Cirè di Pergine operarono due famose squadriglie dell’I.R. Aviazione, la ‘’Flik 24’’ e la ‘’Flik 55j’’, in cui ebbero la sorte di incontrarsi tre dei più famosi ‘’assi’’ che militarono con essa: Julius von Maier e Julius Arigi (austriaci) nonché József Kiss (ungherese).




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FLIK 24

Squadriglia a disposizione dell'11° Corpo di Armata sul campo di Pergine, successivamente fu assegnata a livello divisionale

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HANSA BRANDENBURG C-I




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SAVOIA POMILIO SP.2




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S.A.M.L. S.2




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CAUDRON G.4




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48^ SQUADRIGLIA RICOGNIZIONE




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STRAFEXPEDITION 14 MAGGI0 - 27 GIUGNO 1916

Conosciuta dalla storiografia italiana anche con il nome di Battaglia degli Altipiani, questa offensiva austro-ungarica fu voluta per punire il tradimento italiano alla Triplice Alleanza. Il termine Strafexpedition che vuol dire spedizione punitiva è stato coniato dagli italiani nel primo dopoguerra. Nei documenti e volumi austriaci non si parla mai di Strafexpedition ma di operazione di primavera. Quando nel pomeriggio del 14 maggio 1916, un fuoco d’artiglieria, mai visto prima, si scatenò sulle posizioni italiane, e il mattino del 15 il XX corpo austro-ungarico mosse all’attacco, le prime rapide conquiste fecero temere e presagire un travolgente successo del nemico. L’attacco colse allora le truppe italiane, fanterie ed artiglierie, troppo proiettate verso posizioni estremamente avanzate. L’intera massa di uomini dislocati a difesa del fronte continuò coraggiosamente e selvaggiamente a riconquistare qualsiasi posizione persa, fino a quando, abbruttiti e devastati dalla violenza degli attacchi, gli italiani dovettero necessariamente iniziare la ritirata. La Strafexpedition fu un errore di calcolo del capo di stato maggiore austriaco generale Conrad che, pur non potendo contare sull’appoggio dei tedeschi, ritenne di poter ottenere la vittoria decisiva sugli italiani, attaccandoli dal Trentino. La preparazione dell’operazione richiese il massiccio spostamento di uomini e mezzi dagli altri fronti. L’offensiva venne inoltre ritardata dal persistere della neve in alta montagna. Il comando supremo italiano, sebbene messo sull’avviso da numerosi rapporti che rivelano le manovre austriache, riuscì a farsi cogliere impreparato. Solo l’aiuto dei russi, che anticipano la propria offensiva a est, consentì agli italiani di evitare il peggio e di bloccare l’avanzata austriaca allo sbocco delle valli alpine. La spedizione punitiva di Conrad, costò comunque altre 147.000 perdite all’esercito italiano.




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LUIGI CADORNA 1850 - 1928

Nominato capo di stato maggiore nel luglio 1914, impose all'esercito una dura disciplina militare e fu destituito dopo la disfatta di Caporetto (nov. 1917). Senatore dal 1913, dopo la guerra fu collocato a riposo e nominato maresciallo d'Italia (1924). Nel luglio 1914 fu chiamato a sostituire il gen. A. Pollio come capo di stato maggiore, durante i dieci mesi di neutralità si adoperò a restituire all'esercito l'efficienza necessaria per partecipare, occorrendo, alla guerra. Entrata l'Italia in guerra (1915), C., perseguendo una tattica di logoramento dell'avversario, si pose in difensiva dallo Stelvio al medio-alto Isonzo e passò all'offensiva nella regione isontina. I principali successi ottenuti sotto il suo comando (caratterizzato peraltro da durissima disciplina e da scarsa considerazione delle esigenze umane del soldato) furono: l'arresto dell'offensiva austriaca nel Trentino (primavera 1916), la conquista di Gorizia, dovuta a un'improvvisa azione ad oriente, e la vittoria alla Bansizza (estate 1917). L'offensiva di Caporetto (ott. 1917) costrinse C. a ordinare il ripiegamento dello schieramento orientale dell'esercito dietro il Piave. Lasciato il comando l'8 nov. 1917 in seguito a questi avvenimenti e sostituito dal gen. A. Diaz, fu nominato membro del Consiglio superiore di guerra interalleato di Versailles, ma nel febbr. 1918 fu richiamato in Italia, a disposizione della commissione d'inchiesta sui fatti di Caporetto, e nel 1919 collocato a riposo. Senatore del Regno dal 1913, nel 1924 fu nominato maresciallo d'Italia. (www.treccani.it)




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NATALE PALLI 1896 - 1919

Ufficiale pilota italiano. Durante la prima guerra mondiale guidò su Vienna (9 ag. 1918) la squadriglia "Serenissima", insieme con G. D'Annunzio. Medaglia d'oro al V. M., nel marzo 1919 cadde sulle Alpi, mentre tentava il primato del raid Padova-Parigi-Roma-Padova in un sol giorno. http://www.treccani.it/enciclopedia/natale-palli/




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CAMPO DI VOLO DI CASTENEDOLO (BS)




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31^ SQUADRIGLIA


La 31^ Squadriglia, operante nel settore trentino e plasmata da ottimi comandanti, fu uno dei reparti ai vertici della nostra aviazione. Già 1^ Squadriglia Ricognizione e Combattimento assun se il nuovo numero il 15 aprile 1916, a Verona, dove era di base. E' equipaggiata con velivoli Farman. Nel marzo del 1917 inizia a riequipaggiarsi con i velivoli S.P.2 e S.P.3 e 31 luglio si trasferisce sul campo di Castelgomberto.Il 10 dicembre, la 31^ S.P.3 viene dislocata a Sovizzo e ritornò a Castelgomberto il 10 aprile successivo, dove si trovava ancora alla data dell'armistizio. (Immagine: Un Savoia Pomilio S.P.3 della 31^ squadriglia, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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73^ SQUADRIGLIA


La 4^ squadriglia Caccia di verona, assume il 15 aprile 1916 la nuova designazione di 73^ Squadriglia. E' equipaggiata con gli Aviatik e con un Lloyd di preda bellica. Il 10 maggio il reparto va a Sant'Anna di Alfaedo, dove resta fino a settembre, quando ritorna a Verona dislocata come raparto di difesa. Viene riequipaggiata con i SAML e dopo la pausa invernale ricomincia i voli di crociera nel marzo 1917. Il 20 settembre 1917 diviene la 121^ Squadriglia SAML. (Immagine: Il Lloyd con le insegne italiane della 73^ Squadriglia, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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112^ SQUADRIGLIA


Formata nell'aprile del 1917 a Torino su SAML 6 montanti, la 112^ Squadriglia viene radunata presso il Centro di Formazione di Arcade per poi proseguire per Villaverla. La squadriglia, assegnata al fronte settentrionale della 1^ armata riceve i primi aerei il 23 aprile e il primo volo di guerra fu compiuto il 23 maggio con una ricognizione sul Pasubio. Il 20 luglio 1917 si trasferisce in volo a A LAvariano (Chiasellis) e prende i SAML a quattro montantial servizio della 3^ armata. Il 20 ottobre l'unità viene trasferita al campo di Bolzano del Friuli. Sopravvenuto Caporetto si ritira a S. Maria La Longa il 25 ottobre, alla Comina il 26. Poi va a Istrana mentre il 3 novembre è a Padova. A dicembre la 112^ non ha pi aerei efficienti. Al 4 febbraio 1918 si sposta a Fossalunga con due PE e un SAML, ma nel marzo (19) è trasferita a Castenedolo dove si trova anche all'armistizio. (Immagine: I Pomilio PE della 112^ Avevano come insegna un aggressiva pantera nera, da: I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico AM)

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71^ SQUADRIGLIA


Il reparto nasce il 15 aprile 1916 dalla 2^ Squadriglia Caccia sul campo di Cascina Farello con una linea di volo composta da Nieuport.Il 23 maggio si trasferisce a Villaverla. In conseguenza dello sfondamento di Caporetto una sezione viene distaccata a presso la 82^ di Campoformido e in cambio riceve una sezione SAML tratta dalla 121^. La sezione lascerà la squadriglia nel mese di novembre. Il 23 novembre, per precauzione la squadriglia arretra al campo di Sovizzo una quindicina di km a sud di Villaverla. Il 16 dicembre riceve i nuovi velivoli SPAD. Il 10 maggio 1918 la pioggia torrenziale trasforma il campo di Sovizzo in un mare di fango, per cui la squadriglia si traferisce un pò più al nord, a Castelgomberto. Il 16 ottobre, l'unità si trasferisce sul campo di Gazzo. All'atto dell'armistizio la 71^ è sul campo di Quinto con 14 SPAD e 7 Ni.27. Nell'ultimo anno di gurra aveva totalizzato 1183 voli bellici sostenendo 46 combattimenti. (Immagine: Il Il Tenente Agostino Consigli, al centro, battezza con champagne il suo SPAD "Enrica" da: I reparti dell'aviazione italiana nella grande guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare)

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75^ SQUADRIGLIA


La squadriglia viene formata sul campo di Tombetta il 1° maggio 1916 al comando del capitano Maffeo Scarpis ed assegnata al III Gruppo col compito della difesa aerea di Verona, sede di alti comandi e depositi militari. Alla nascita il reparto dispone dei piloti sottotenente Alessandro Buzio, sottotenente Mario De Bernardi e caporale Elia Liut, cui si aggiungeranno entro la fine del mese il capitano Ettore Croce, il sottotenente Paolo Mi­chetti, il caporale Guido Consonni ed il volontario soldato Guido Nardini. In carico al reparto sono i Nieuport 1455, 1456, 1457, 1458 ed 1459. Il 3 maggio la squadriglia distacca una sezione, composta da Michetti, Croce e Liut, sul campo di Villaverla. La prima attività bellica del reparto ha luogo il 10 maggio, quando De Bernardi e Buzio compio­no tre voli su allarme, senza pero incontrare il nemico... vedi scheda

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CAPRONI CA.300




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ATTILIO IMOLESI 1890 - 1918

Meccanico di automobili cesenate si arruolò volontario allo scoppio della guerra e fu assegnato con compiti tecnici all'aeroporto di Aviano. Lavorò sui bombardieri Caproni e fu ammesso, a domanda, alla scuola di pilotaggio alla fine del 1915. Dopo una breve parentesi presso la Sezione Difesa di Rimini, chiese ed ottenne il trasferimento al fronte vero e proprio e fu assegnato alla 79^ Squadriglia Caccia. Il 26 aprile 1917, appena promosso caporale, ottenne la sua prima vittoria a bordo del suo Nieuport 17 in uno scontro in cui si trovò gregario di Francesco Baracca.. Un mese dopo, il 26 maggio, perse di vista in una nube su Nabresina il biposto che stava scortando e fu colpito dalla contraerea. Una seconda vittoria fu ottenuta il 26 settembre presso Asiago, abbattendo un biposto dopo aver messo in fuga il caccia di scorta. Diventò un asso l'11 gennaio 1918 rivendicando una vittoria in compagnia di Ciotti e Costantini, e un ultimo successo fu colto il 14 sulla Valstagna. Il 14 marzo 1918 il suo Nieuport 27 precipitò durante un volo a bassa quota, forse per il cedimento dell'attacco della pedaliera. L'asso morì all'ospedale di Marostica. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale)




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GIOVANNI NICELLI 1893 - 1918

Nato a Lugugnano Val d'Arda (Pc) arruolato come motorista nel Battaglione Aviatori, frequentò il corso di pilotaggio e nel gennaio 1917 conseguì il brevetto di pilota militare. Con il grado di caporale fu assegnato alla 79^ squadriglia caccia sul campo di Istrana. Promosso sergente in giugno ottenne la sua prima vittoria il 25 ottobre, ma entro la fine dell'anno ne aveva aggiunte altre due al suo palmares. Il 30 gennaio 1918 abbattè insieme a Reali un biposto, visto cadere in vite e perdere le ali presso Costalunga. Il 5 febbraio , da solo, fece precipitare un Brandenburg C.I presso Case Girardi e il 22 abbattè un Phonix. Le ultime due vittorie le ottenne il 4 maggio. Il giorno successivo a Nicelli venne chiesto dal suo comandante di effettuare un'esibizione di fronte ad un gruppo di ufficiali alleati in visita. L'asso, giunto al vertice di un looping, perse una delle ali inferiori e si fracassò nel cortile di una casa di Porcellengo. (Da: Gli Assi Italiani della Grande Guerra, di Paolo Varriale, Nell'immagine: Nicelli, a sinistra, con Cerutti)




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AEROPORTO DI PADOVA

L’area su cui è attualmente ubicato l’Aeroporto “Gino Allegri” di Padova è la stessa che un tempo con la denominazione di “Piazza d’Armi” era utilizzata dai vari reggimenti dell’esercito, di stanza in città, per l’effettuazione delle diverse attività addestrative. Il 1 luglio 1913 fu costituita la VII Squadriglia Aeroplani Bleriot al comando del Cap. Armando Armani, già decorato per meriti bellici durante la guerra italo-turca. Il 28 gennaio 1914, oltre alla VII a Padova furono assegnate altre due squadriglie di aeroplani: la IV Squadriglia Bleriot, comandata dal Cap. Olivo Guidi, e l’VIII Squadriglia comandata dal Cap. Pilota Resio Adolfo. Allo scoppio della guerra, il 24 maggio 1915, la VII Squadriglia Nieuport fu trasferita a Campoformido alla dipendenza del II Gruppo Squadriglie Aviatori, mentre la IV Bleriot venne dislocata sul campo veneziano di Bazzera a disposizione del Comando della Piazza Marittima di Venezia




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CAUDRON G.3




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VOISIN


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CAPRONI CA.300




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NIEUPORT NI.11




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POMILIO C1




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CAPRONI CA.450




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CORRIERE DELLA SERA




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ALBERTO MORESCO

All'atto della mobilitazione dell'unità, il 22 maggio 1916, Moresco è un pilota della 9^ Squadriglia Caproni sul campo veronese, ed è subito impegnato nel contrasto della Strafexpedition. Il 16 giugno il bombardiere si sfascia in atterraggio di emergenza per avaria a tutti e tre i motori nei pressi di Casoni Gualdo, ma Moresco e il resto dell'equipaggio ne esce illeso. Nel gennaio 1917 lo troviamo sul campo di Istrana passato alla caccia con la 79^ Squadriglia e il 28 marzo viene distaccato a Padova per la difesa della città. Il 14 giugno in crociera sgli altopiani attacca un aereo austro-ungarico nei pressi del Monte Verena ma deve desistere dall'attacco per il malfunzionamento delle armi. Nella battaglia del Solstizio è presso la 78^ Squadriglia quando, il 15 giugno abbatte un Brandemburg a Maserada. Un'altra vittoria gli venne assegnata il giorno 19 in una azione contro un ricognitore presso Villa Jacur. Nell'estate passa alla 72^ Squadriglia Caccia di stanza a Castenedolo (Bs). Fu decorato di una Medaglia d'Argento al Valor Militare e una di Bronzo.

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LUIGI BARZINI

Nato a Orvieto il 7 febbraio 1874 frequentò l'Istituto tecnico di Perugia, ove avrebbe dovuto diplomarsi in ragioneria. Abbandonati gli studi senza aver conseguito il diploma, Barzini, poco più che ventenne, rimase orfano di entrambi i genitori, con un fratello e due sorelle tutti di lui minori. Trascorse alcuni anni nella sua città natale, cercando di proseguire le attività paterne. Nel giugno 1899 accettò la proposta di Luigi Albertini, giovane e già potente segretario di redazione del Corriere della Sera, di andare a Londra per conto del quotidiano milanese, e partì nel luglio. Fu così che tra il Barzini e il Corriere ebbe inizio quella feconda collaborazione che sarebbe ininterrottamente durata per ventiquattro anni. Ai meriti di informatore Barzini sapeva aggiungere quelli di scrittore: chiaro, garbato e brillante, egli diffondeva un nuovo stile che in breve tempo lo avrebbe reso popolarissimo fra i lettori. In quegli anni, infatti, i servizi telegrafici dei giornali italiani non erano che brevi dispacci di poche righe, stampati l'uno sull'altro in colonna, senza rilievo, o altrimenti le informazioni venivano presentate in articoli troppo spesso lunghi e pesanti, nei quali si amava far mostra di erudizione e di bello scrivere: Barzini sapeva narrare i fatti con immediatezza e semplicità, affidandosi alla sua capacità di buon osservatore, alla sua memoria, al contatto diretto con le persone che i fatti avevano vissuto. Il suo successo e poi la sua grande fama furono il frutto di questo suo talento giornalistico e dei mezzi che l'Albertini seppe mettergli a disposizione: furono anche dovuti al fatto che Barzini si fece interprete di quei diffusi e talora ingenui desideri di avventura, di grandezza nazionale, di conoscenza di nuovi paesi, che sono caratteristici in Italia negli anni precedenti la prima guerra mondiale. Accanto alla produzione giornalistica del Barzini destinata alla pubblicazione, va segnalata in questi anni una intensa produzione destinata, invece, a rimanere segreta (e tuttora inedita), cui egli attese nell'interesse del giornale. La direzione del Corriere della Sera lo incaricò, infatti, di vere e proprie missioni segrete, come, per esempio, avvenne tra il 1911 e il 1914, allorché Barzini condusse una lunga ed accurata indagine sugli armamenti austriaci. I suoi rapporti riservati furono inviati al giornale intorno a diversi argomenti e nelle più diverse occasioni, ma specialmente al tempo della guerra libica e della guerra mondiale.




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