La 87^ fu costituita il 2 febbraio 1918 con 18 piloti. Il
nucleo iniziale del reparto, al comando del capitano
Alberto Masprone,
è composto dai tenenti
Giordano Bruno Granzarolo,
Aldo Finzi ed
Antonio Locatelli, coi sottotenenti
Francesco Ferrarin,
Carlo Fornasari,
Alberto Grazzini,
Leonello Marani e
Guglielmo Vianini.
Ferrarin non và confuso col
più celebre
Arturo, di cui è il cugino.
Fornasari a fine maggio venne
rimandato ad un reparto da caccia perchè giudicato non idoneo alla
ricognizione. Tragica ed oscura la parabola dell'alto, distinto, irruente,
Finzi. Nel 1923 divenne Vicecommissario all'Aeronautica nel primo governo
Mussolini e se ne dimise in seguito al coinvolgimento nell'affare Matteotti
per ritirarsi a vita privata. Venne trucidato dai tedeschi il 24 marzo 1944
alle Fosse Ardeatine perchè di origine ebraica e partigiano. Il 9 maggio il
tenente
Michelangelo Riccardini si ferisce cappottando con il suo SVA 11806,
costretto ad atterrare fuori campo, mentre illeso e il sottotenente
Vincenzo Contratti, che però distrugge il suo biplano, l'esemplare 11723, atterrando
a Piane Lunghe per un guasto al motore. La prima missione ebbe luogo
il 30 marzo, quando
Locatelli, compie una ricognizione fotografica sulla Val
Lagarina. Alla fine del mese si aggiungono i piloti tenenti
Ludovico Censi,
Pietro Massoni,
Domenico Pastorello, ed i sottotenenti Umberto Garelli,
Giuseppe Sarti e
Gioacchino Sartor. Alla missione del 17 luglio su Pola partecipa
anche il sergente
Gino Allegri. Il sottufficiale, cui vero nome è Girolamo,
estroverso ed eccentrico, meriterà da D'Annunzio per la precoce calvizie e
la folta barba rossiccia il soprannome di "Frà Ginepro". Al volo su
Vienna partecipano i piloti
Palli,
Allegri,
Censi,
Contratti,
Granzarolo,
Ferrarin,
Finzi,
Locatelli,
Masprone,
Massoni e
Sarti.
Nell'inchiesta
relativa alla fallita ricognizione del 16 agosto venne ascritto a demerito
di
Masprone, comandante di squadriglia, che l'amicizia da lui intrattenuta
con i subordinati fosse trascesa nella mancanza di rispetto verso la figura
del comandante, arrivando a discuterne gli ordini. Il fatto poi che
l'ufficiale compisse pochissime azioni di guerra, aveva portato il personale
a considerare comandante effettivo
Finzi.
Le proposte formulate dal
colonnello Carta, della commissione di inchiesta, furono accolte in pieno.
Masprone, cui però vennero riconosciute ottime doti di organizzatore e di
tecnico, venne trasferito a disposizione del Comando Supremo.
Finzi alla 1^
Sezione SVA della 1^ Armata e
Locatelli, cui viene addebitata una parte non
lieve nella faccenda, allo Stormo SVA della Squadriglia Siluranti Aeree di
D'Annunzio. A comandare il reparto viene destinato il 7 settembre "l'aquila
dagli occhi chiari", come l'immaginifico D'Annunzio ha soprannominato
Palli,
cui è anche affidato il compito non lieve di ricostruire il reparto
provvedendo anche che i piloti con minor numero di voli di guerra raggiungano
gli altri nella preparazione, pena l'esclusione dalla squadriglia.
Palli,
che perirà tragicamente il 20 marzo 1919 sulle Alpi tentando di collegare
Roma con Parigi a bordo del fido SVA 11720, si rivela un capace comandante e
nessuno sarà costretto ad abbandonare il reparto. All'azione del 31 agosto
su Fortezza partecipa anche il tenente
Ferruccio Marzari, da poco giunto al
reparto. Il 5 ottobre, di ritorno da un'azione su Aviano assieme ad altri,
gli SVA di Vianini e
Allegri entrano in collisione nel cielo di
Montecchia, una frazione di Montegrotto Terme. Mentre
Vianini riesce ad
atterrare senza eccessivi problemi,
Allegri perde la vita. La sua memoria
venne onorata con la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Dalla missione su
Casarza del 22 ottobre non rientra il tenente
Francesco
Pierattini a bordo
dello SVA 11726. Successivamente alla famiglia del disperso arrivò una
lettera da un ospedale di Vienna in cui l'ufficiale raccontava di essere
stato preso prigioniero leggermente ferito. Il 27 ottobre
Pastorello fu
costretto ad atterrare in emergenza in territorio nemico, dopo essere stato
ferito dalla contraerea durante una crociera nella zona Meduna-Livenza. Più
sfortunato
Contratti, che in un'altra missione nella stessa zona, ed alla
seconda missione giornaliera, venne abbattuto dall'Oberleutnant Ludwig
Huatzmayer su Portobuffolè , rimanendo ucciso. Al cessare delle ostilità il
reparto dispone, al comando di
Palli, dei piloti
Granzarolo,
Grazzini,
Massoni,
Vianini,
Costa Sanseverino, e Criscuoli.
Grado |
Cognome |
Nome |
Città Origine |
Periodo alla 87^ |
|
|
|
|
|
Tenente |
Pastorello |
Domenico |
Padova |
10 luglio 1918 - 27 ottobre 1918 |
Tenente |
Contratti |
Vincenzo |
Torino |
- 27 ottobre 1918 |
Tenente |
Finzi |
Aldo |
Legnago (Vr) |
|
Tenente |
Granzarolo |
Giordano Bruno |
Villa Bartolomea (Vr) |
12 febbraio 1918 |
Tenente |
Grazzini |
Alberto |
Firenze |
12 febbraio 1918 |
Tenente |
Sartor |
Gioacchino |
Montebelluna |
|
Tenente |
Marani |
Lionello |
Verona |
|
Capitano |
Palli |
Natale |
Casale Monferrato |
|
Tenente |
Locatelli |
Antonio |
Bergamo |
|
Tenente |
Censi |
Ludovico |
Fermo |
|
Tenente |
Costa S. Severino |
Francesco |
Barra |
|
Sottotenente |
Ferrarin |
Francesco |
Thiene (Vi) |
|
Sottotenente |
Vianini |
Guglielmo |
Verona |
|
Capitano |
Masprone |
Alberto |
Verona |
|
Tenente |
Massoni |
Piero |
Massa |
|
Sottotenente |
Allegri |
Girolamo |
Venezia |
|
Tenente |
Garelli |
Umberto |
Verona |
|
Tenente |
Fornasari |
Carlo |
Melara |
|
Tenente |
Riccardini |
Michelangelo |
Città di castello |
|
Tenente |
Criscuoli |
Gioacchino |
Barletta |
|
Tenente |
Sarti |
Giuseppe |
Barcellona (Spagna) |
|
Tenente |
Borgarello |
Enrico |
Genova |
|
Tenente |
Riccardini |
Michelangelo |
Città di Castello |
|
WWW.IL FRONTE DEL CIELO.IT
ALDO FINZI
LEGNAGO
Nato nel 1891, 21° Reggimento Artiglieria Campagna allo scoppio della
guerra Finzi, pur già riformato per deficienza toracica, riuscì a frasi
accettare dal Regio Esercito. Il 29 giugno 1915 era soldato volontario
nella 6^ compagnia automobilisti del Reggimento Artiglieria a Cavallo
con funzioni di staffetta motociclistica. Aspirante ufficiale di
complemento in artiglieria del 21° Artiglieria da Campagna nel gennaio
1916.
Ma vi rimase poco, perché riuscì presto a farsi comandare al
Battaglione Aerostieri, poi al Corpo Aeronautico, giungendo al
Battaglione Scuole Aviatori dove divenne infine Allievo Pilota il 30
giugno di quell’anno.
Proprio il pilotaggio costituì un punto chiave della vita di Finzi.
Infatti, promosso tenente, venne assegnato alla 48^ Squadriglia
Aeroplani, dove iniziò subito un intensa attività di ricognizione,
pericolosa e
poco gratificante perché condotta con i già superati biplani Caudron
G.3 e G.4. Presso la 48^ conobbe Natale Palli, che a fine 1917 lo
avrebbe invitato a raggiungerlo a Ponte San Pietro (Bergamo) ove era in
corso di costituzione la 87^ Squadriglia. Una ricognizione
strategica in Val d’Adige e fino a Bolzano del 24 aprile 1917 gli valse,
con la successiva missione su Fortezza e Bressanone, una medaglia di
bronzo
sul campo, e due mesi dopo la foto di Finzi col suo aereo comparve
sul Secolo Illustrato. Il 16 agosto 1917 fu trasferito alla 43^
Squadriglia, dove rimase fino a novembre. Il 17 dicembre Finzi raggiunse
definitivamente la 87^ Squadriglia. Composta quasi interamente di
giovani aviatori veneti, che la battezzarono “La Serenissima” ed
adottarono l’augusta insegna del Leone di S. Marco, l’87^ fu dotata del
nuovo e velocissimo ricognitore Ansaldo SVA. Fu qui che Finzi entrò
pienamente nell’ambiente al tempo stesso esaltato e patriottico,
tecnici stico ed informale che, mescolato ad altre tendenze già presenti
nella società italiana, nel dopoguerra avrebbe partorito quel
cocktail di insoddisfazione e violenza che Mussolini cavalcò
spregiudicamente sino a plasmare il fascismo. Come recita la motivazione
della sua
prima medaglia d’argento, nella primavera del 1918 Finzi “di
ritorno da una ricognizione durata quasi tre ore, avvertito da colpi
antiaerei che apparecchi nemici volavano sul nostro territorio, nei
pressi
di Mori, vi accorreva, trovando un apparecchio da ricognizione,
scortato da due caccia. Attaccava risoluto, metteva in fuga gli
apparecchi da caccia ed abbatteva l’apparecchio da ricognizione”.
Quando nel 1918 D’Annunzio scelse l’87^ Squadriglia per
realizzare l’antica ambizione di violare il cielo di Vienna, Finzi fu
uno dei sette piloti che riuscirono a portare a termine l’impresa.
Durante la permanenza con l’87^ il pilota polesano unì
all’intensa attività di volo anche funzioni tecniche: sua è ad esempio
la Relazione sul Funzionamento e Consumo di apparecchio e motore
nel volo S. Pelagio-Vienna e ritorno. L’ardita missione gli
valse una seconda medaglia d’argento. Alcuni documenti illuminano il
carattere dell’aviatore polesano. Un rapporto informativo in data 25
agosto 1918 gli attribuiva “carattere vivace, facilmente
eccitabile, spirito critico ma in fondo buono”. Cosa queste parole
indicassero è chiarito dal rapporto sull’87^ Squadriglia redatto il 20
agosto
1918 dal Tenente Colonnello Carta. Esaminando l’imbarazzante
inefficienza in cui il reparto era precipitato dopo il celebre volo,
Carta scoprì come l’autorità del Capitano Masprone, che comandava il
reparto ma
volava pochissimo, fosse contestata da Finzi e Locatelli che per la
loro maggiore esperienza intervenivano nella gestione del reparto contro
ogni norma disciplinare. La situazione degenerò al punto che Masprone
fu esonerato dal comando (passato a Palli), Finzi trasferito alla 1^
Armata, e Locatelli alla squadra Siluranti Aeree di D’Annunzio. Altri
quattro piloti furono trasferiti per scarso rendimento. L’episodio
conferma
un po’ tutte le sfaccettature di Aldo Finzi:capace, deciso, irruento.
Caratteristiche che avrebbe mantenuto sino alla morte.
Medaglia d'Argento al Valor Militare: Superando ogni precedente ardimento, con magnifico
volo, affermava su Vienna la potenza delle ali d'Italia, esempio meraviglioso di
fede, di tenacia e di superbo valore. – Cielo di Vienna, 9 agosto 1918.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Pilota ardito, tenace e valoroso, si offriva costantemente per qualsiasi
impresa, anche la più arrischiata. Rientrando da una ricognizione durata quasi 3 ore,
accortosi che apparecchi nemici volavano sul nostro territorio, li attaccava risolutamente, mettendone in fuga due da caccia e abbattendone uno da ricognizione. -
Cielo del Trentino-Alto Adige-Piave, 14 marzo-30 giugno 1918.
×
GIORDANO BRUNO GRANZAROLO 1894 - 1992
VILLA BARTOLOMEA
Giordano Bruno Granzarolo nacque
a Carpi di Villa Bartolomea (Vr) il 12 giugno 1894 da Lino, agricoltore e da
Teresa Zanibello. Ancora fanciullo andò ad abitare con la famiglia a San
Vito di Legnago, prima in contrada Nogara e poi in via Piazza. Prese parte
alla prima guerra mondiale dove raggiunse il grado di Capitano. Era inquadrato nel 9° reggimento Artiglieria da Fortezza e divenne sottotenete il 6 gennaio 1916.
Appartenne alla Serenissima dai giorni della fondazione. Fu ammesso alla scuola di pilotaggio l'11 gennaio 1917, e nel luglio fu giudicato idoneo come allievo di Voisin 140 HP. Divenne pilota militare
il 15 agosto 1917. Passò successivamente diversi campi e pilotò i
più diversi tipi di aeroplani. Fu prima a Gioia del Colle dove ottenne i
primi due brevetti con velivolo Voisin. Passò quindi al campo di
Busto Arsizio dove volò con l’Aviatik e con il SAML, da Busto venne
inviato alla Malpensa. Da qui, dopo aver ottenuto il brevetto con il
Nieuport e con lo SVA, fu trasferito a Ponte San Pietro (Bg).
Il suo vero maestro fu Locatelli con il quale doveva poi dividere
fraternamente la gioia dei successi e l’ansia dei pericoli. Giunto in
zona di guerra il 12 febbraio 1918 Granzarolo compì il suo primo volo
di guerra con Aldo Finzi il 24 marzo successivo con una ricognizione
strategica sulla Valle del Sarca, Thione e Bolzano. Poco dopo, il 4
maggio, per incarico del Comando Superiore d’Aeronautica compiva
assieme a Locatelli una importante ricognizione sul golfo di Trieste
e Monfalcone eseguendo 48 fotografie. Nello stesso mese eseguiva
inoltre diverse incursioni lontane, e il 2 giugno si spinse fino sui
cieli di Lubiana. Nella battaglia del Solstizio compì numerose
missioni di scorta ai bombardieri Caproni del IV Gruppo. Il 15 giugno
ebbe il velivolo colpito durante una ricognizione e crociera sulla valle
del Brenta e Feltre. Durante una scorta ai bombardieri, il 19
luglio, fu costretto ad atterrare a Campo San Luca per un guasto al
motore. Ancora il 17 agosto ebbe l’apparecchio colpito nel corso di
un mitragliamento a terra. Granzarolo realizzò un grande numero di
riuscite azioni compiendo anche cinque partenze nel giro di dodici ore.
Insieme a Locatelli e Finzi era capo sezione della 87^.
Partecipò oltre che allo storico raid alle successive ricognizioni
spinte in profondità del mese di settembre. Nell’ultima settimana di
ottobre ebbe il velivolo colpito da schegge di proiettili antiaerei
e da colpi di mitragliatrice. In particolare il 22 ottobre, fu
colpito da una granata durante una ricognizione nella zona di Casarza.
Atterrato e ripartito alla volta di Fonzago, fu nuovamente colpito
e costretto a prendere terra a Campo San Luca. Stessa sorte il 27
ottobre nel corso di una azione tra Porto Buffole ed Oderzo. E’
decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente
motivazione:
“Superando ogni precedente ardimento, con magnifico volo,
affermava su Vienna la potenza delle Ali d’Italia, esempio meraviglioso
di fede, tenacia, e superbo valore. Cielo di Vienna 9 agosto 1918.
Ottenne anche una decorazione bronzea con la seguente motivazione:
“Pilota nuovo alle vicende della Guerra, iniziava brillantemente e
valorosamante i suoi voli alla fronte, distinguendosi per costanza ed
aggressività. Audacemente si spingeva in ricognizioni strategiche su
Trieste e Lubiana, compiendo sempre lodevolmente il mandato
affidatogli”. Cielo del Trentino, 1 marzo – 30 giugno 1918. Dopo la
morte di Natale Palli, nel 1919 divenne il comandante della 87^
Squadriglia con sede a Padova. Grande aviatore partecipò a numerose
manifestazioni sportive nel dopoguerra, come le prime edizioni della
Coppa Baracca. Il 9 agosto 1918 partecipò al volo su Vienna con la
Squadriglia Serenissima insieme a Gabriele D'Annunzio. Dopo la morte di
Palli divenne il comandante della squadriglia Serenissima,
sull'aeroporto di Padova. Il 28 dicembre 1926 sposò Jose Donella, figlia
dell'avvocato Guerrino di Villabartolomea e si trasferì a Padova, dove
morì il 19 dicembre 1948. Fu posto in ausiliaria e in riposo con il
grado di Capitano. L'Ansaldo SVA 11721 con il quale Granzarolo effettuò
il volo su Vienna è oggi esposto al Museo dell'Aeronautica di Vigna di
Valle.
×
ALBERTO MASPRONE
POIANO
Alberto Masprone nacque a Poiano
(Verona) il 30 maggio 1884. Da giovane fu un grande sportivo e con i
colori del "Istituzione Bentegodi" divenne, nel 1906, campione nazionale
per la specialità lancio del disco. Questo traguardo gli permise di
partecipare, sempre nel 1906, alle Olimpiadi del Decennale o
"Intermedie" di Atene. L'anno successivo vinse il celebre "Pentathlon
Reale in occasione dell'Esposizione di Venezia battendo l'atleta genovese Coscia, suo
maestro. Si cimentò anche in altre discipline, come il calcio. Fu tra
l'altro giocatore, allenatore e dirigente della società Hellas di
Verona, per la cui fondazione si impegnò personalmente. Nel giugno 1915, più
che trentenne divenne sottotenente M.T. nel 83° Battaglione Intendenza
Generale. Chiese di essere ammesso al corso di pilota e nel luglio del
1916 fu inviato a Mirafiori al corso su velivolo Caudron. Il corso di
addestramento durò esattamente due mesi e l'8 settembre concluse
felicemente l'ultima prova per il brevetto. Il 15 dello stesso mese
iniziò l'addestramento sul velivolo Aviatik sul quale si brevettò a gennaio
del 1917 a Cascina Costa. Con il grado di tenente passò alla scuola
idrovolanti di Sesto Calende e il 1 maggio ottenne l'abilitazione al
pilotaggio del velivolo FBA. Nello stesso mese di maggio, per le
eccezionali capacità dimostrate fu inviato in qualità di istruttore alla
scuola di Orbetello. Nel mese di novembre in pochi giorni effettuò
il passaggio sul velivolo Nieuport a Cascina Malpensa, e dopo un
breve periodo a Furbara presso la scuola tiri effettuò anche il
passaggio sul nuovo velivolo SVA (estate 1917) presso la scuola di volo
di Ponte San Pietro (Bergamo) dove conobbe molti giovani piloti,
delusi e sbandati in seguito alle tristi giornate di Caporetto. A
metà dicembre fu assegnato al Comando d'Aeronautica e propose l'idea di
costituire una squadriglia di soli veneti. La proposta fu accettata e nel gennaio del 1918 fu costituita la 87^ Squadriglia
Serenissima. Masprone ne divenne il comandante. La squadriglia, dotata
del veloce velivolo SVA, ebbe il compito di effettuare ricognizioni
strategiche ed operò sui campi di San Pelagio (Pd), Ghedi (Bs) e dal 15
maggio 1918 di nuovo e definitivamente dal campo patavino. Capace
tecnico e grande organizzatore, si dimostrò tuttavia poco
adatto al comando e nel settembre 1918 fu rimosso, a seguito di gravi
inefficienze e problemi disciplinari sorti in seno alla squadriglia. Trasferito alla nuova 90^ Squadriglia SVA ne assume il comando sul campo di
Busiago il 14 ottobre 1918. Nel dicembre del 1918 raggiunse la 60^ Squadriglie sul campo di Ganfardine (Vr). Masprone fu
un convinto assertore della celebre impresa di Vienna per la
quale pretese ed ottenne l'impiego di tutta l'unità. Dopo la guerra si
trasferì a Milano e intraprese una attività industriale. In questa città si è spento nel 1964 all'età di 80 anni.
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ANTONIO LOCATELLI 1895 - 1936
Alpinista, giornalista, politico ma soprattutto grande aviatore, Antonio Locatelli nasce a Bergamo il 19 aprile 1895. Nel 1931, dopo aver terminato gli studi tecnici, viene assunto all’Ansaldo di Cornigliano Ligure,
dove, per la bravura ed il notevole impegno, gli viene subito affidato l’incarico di Capotecnico. Il soggiorno nella regione ligure, vicino alle grandi vette, gli permette di coltivare una delle sue grande passioni: l’alpinismo. Così, insieme al
fratello Carlo, riesce a scalare le cime dell’Adamello, del Monte Rosa e del Cervino; questa passione, grande tanto quella per il volo, lo accompagnerà per tutta la vita, fino ad assumere, negli anni Venti, la Presidenza del Club Alpino Italiano
di Bergamo. Il ten. Locatelli Medaglia d'Oro al Valor MilitareNel gennaio del 1915, allo scoppio del Primo Conflitto Mondiale, viene chiamato alle armi ed assegnato al Battaglione Aviatori, dove, dopo aver conseguito il brevetto di pilota militare,
viene impiegato in ben 523 voli di ricognizione e di combattimento, attività per le quali viene decorato con tre Medaglie d’Argento al Valor Militare. Il 2 febbraio 1918 entra a far parte della Squadriglia “La Serenissima” di Gabriele D’Annunzio
con la quale, il 9 agosto dello stesso anno, porta a compimento l’impresa ardita di volare su Vienna, culminata con il lancio sulla città austriaca di migliaia di volantini propagandistici. Il 15 settembre 1918, durante un volo in territorio
nemico, viene abbattuto e successivamente internato in un campo di prigionia dal quale però riesce rocambolescamente a fuggire travestito da soldato austriaco e con falsi documenti a rientrare in Italia. Al termine della guerra, viene decorato
con la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Ma l’impresa che ha reso famoso Locatelli è senz’altro il sorvolo della Cordigliera delle Ande. Il 2 giugno 1919, nell’ambito di una missione militare di propaganda nell’America del Sud per pubblicizzare
le fabbriche di aerei italiane, il pilota bergamasco svolge numerosi voli sul territorio uruguaiano e argentino fino a quando decide di tentare la trasvolata delle Ande, tra il Cile e l’Argentina in condizioni climatiche proibitive con venti
che raggiungevano la velocità di oltre 200 km/h e temperature fino a 35 gradi sottozero. Partito da Buenos Aires con un apparecchio SVA per raggiungere Valparaìso, Locatelli vola sopra le Ande, ma viene costretto ad un atterraggio di emergenza
a causa di un improvviso e violento uragano; ritenta l’impresa il 30 luglio e, dopo aver sorvolato la Cordigliera a quota 6.500 metri, atterra finalmente a Viña del Mar, presso Valparaìso. L’impresa lo rende famoso in tutto il mondo.
Durante la trasvolata, Locatelli trasporta sul suo aeroplano un sacco pieno di posta da recapitare dopo aver valicato le Ande; primo esperimento di quello che diventerà poi una attività molto diffusa: la posta aerea. Nel 1923 decide
di partire per un lungo viaggio intorno al mondo, per dedicarsi ad una altra sua grande passione, la fotografia; il viaggio è documentato infatti da numerose foto, taccuini ed annotazioni su diari, cartoline illustrate raccolti in Egitto,
India, Cina, Giappone e Stati Uniti. Data la sua abilità di fotografo, collabora negli anni seguenti con la “Rivista di Bergamo”, giornale del quale, nel 1929 diviene il Direttore, e il “Corriere della Sera”, in qualità di Redattore. Nel
1924, “l’Aquilotto di Bergamo”, come veniva simpaticamente soprannominato dai suoi concittadini, tenta una nuova impresa, la traversata in aereo dell’Atlantico del Nord, da Est a Ovest. Decide così di volare fra l’Islanda e la Groenlandia
con un idrovolante bimotore Dornier-Wal in alluminio; purtroppo però una fitta nebbia lo costringe ad ammarare in pieno oceano, al largo di Capo Farewell. Locatelli contava di ripartire non appena le condizioni meteo glielo avessero permesso,
ma non fu possibile; venne recuperato ben quattro giorni dopo dall’incrociatore americano “Richmond”. Per il tentativo ricevette in premio 65.000 lire, che il pilota devolse interamente in opere di beneficenza per la città di Bergamo.
Alla sua carriera di pilota si affianca anche quella di politico: infatti, dal 1924 al 1928 viene eletto Deputato al Parlamento nella XXVII Legislatura, partecipando ai lavori in particolare per il settore aeronautico. Nel 1932 viene
designato quale Conservatore della Rocca di Bergamo e del Museo del Risorgimento, per il quale elabora il progetto di riallestimento. Nel 1935-36, viene decorato con una seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare durante la Guerra d’Etiopia.
L’impresa più rilevante fu il primo volo di collegamento tra il fronte somalo e quello eritreo, ma la presa di Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, e la proclamazione dell’Impero non posero fine alle ostilità. Fu decisa quindi una spedizione
aerea verso Lekempti per preparare una base adatta a ricevere i successivi avio-sbarchi per contrastare la nascita di un nuovo governo etiopico. Così, il 26 giugno 1936, Locatelli al comando di uno dei due Caproni Ca.133,
che componevano la spedizione guidata dal Generale di Brigata Aerea Vincenzo Magliocco, arriva a Lekempti, dove viene allestito un accampamento di fortuna. Durante la notte, però, un gruppo di ribelli abissini prende proditoriamente
d’assalto l’equipaggio che, colto di sorpresa, non riesce a organizzare una adeguata controffensiva. In pochi minuti, sotto il fuoco di numerosi colpi di moschetto, tutti i componenti della spedizione, Locatelli compreso, vengono
barbaramente trucidati ed i velivoli dati alle fiamme. In Italia, la notizia della morte di Locatelli scuote l’intera opinione pubblica, tanto che l’anno successivo, nel 1937, viene decorato con la terza Medaglia d’Oro al Valor
Militare alla memoria insieme a tutti i compagni deceduti nell’impresa. Antonio Locatelli rimane oggi l’unico militare della Regia Aeronautica decorato per ben tre volte della più alta onorificenza al valore. Gabriele D’Annunzio
volle che fosse seppellito al Vittoriale degli Italiani presso Gardone Riviera (BS) e per questo motivo mise a disposizione un’arca funeraria. I resti di uno dei due Ca.133, successivamente recuperati, furono trasformati in un
monumento ai caduti. Paradossalmente “l’Aquilotto di Bergamo” non trovò la morte nel suo elemento preferito: l’aria ma come una persona qualunque, con i piedi per terra, lui, aviatore ardito ed eroe di imprese memorabili.
(http://www.aeronautica.difesa.it)
×
FRANCESCO FERRARIN
THIENE
era cugino di Arturo e portava il nome di un suo fratello
maggiore morto giovane. Volò anche lui con lo SVA e fece parte dell'87^
Squadriglia
«Serenissima» a San Pelagio. Partecipò al volo su Vienna dovendo però
rientrare per
difficoltà al motore. L'inconveniente che lo costrinse ad abbandonare
l'impresa lo
segnò psicologicamente al punto da causargli perfino problemi di
salute. Decorato con Medaglia di Bronzo al Valor Militare: "Pilota nuovo
alle vicende della guerra, emergeva subito per elevato sentimento del
dovere,
capacità ed ardire. In condizioni atmosferiche avverse si offriva per
una importante missioni, che portava a termine abilmente ed arditamente.
Con serena fermezza raggiungeva in ricognizione una munita base
a 300 chilometri dalle nostre linee, e rimediando ad un incidente al
motore, con calma e perizia rientrava dopo cinque ore di volo".- Cielo
di Trento (Friederich) , 30 giugno 1918.
×
CARLO FORNASARI
MELARA
Classe 1889, Tenente pilota del 3° Reggimento Fanteria dal 21 giugno 1918 presta servizio presso la 76^ Squadriglia Caccia. Era stato nominato sottotenente il 3 novembre 1915 e tenente il 31 agosto 1916. La data di decorrenza degli
assegni da pilota è il 5 marzo 1918 per cui si presume che poco tempo dopo fosse arrivato alla 87^ Squadriglia
Serenissima, reparto da ricognizione, ma era giudicato non idoneo a tale mansione e inviato presso la 76^, dove rimane fino al termine delle ostilità. Medaglia di Bronzo al Valor Militare:Pilota da caccia, volenteroso, ardito,
disciplinato, coscienzioso, compì in breve periodo
di tempo numerosi voli di guerra, in ogni servizio bravo, valoroso sempre. – Cielo
di Monte Grappa, medio Piave, giugno-nevembre 1918.
×
ALBERTO GRAZZINI
TRIESTE
Il Ten. Col. Pilota di complemento Lionello Marani nacque a Verona
il 13 gennaio 1894. Prese parte al primo tentativo di volo su Vienna. Per
mancanza di di aerei efficienti non potè decollare il 9 agosto 1918.
Decorato con una Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Audacissimo
pilota d'aeroplano, effettuava due lunghi voli in territorio nemico, per bombardare da
2oo metri di quota gli impianti ferroviari di Franzensfeste e Villach, colpendo i bersagli con grande esattezza. Eseguiva altre numerose difficili missioni di guerra, dando prova
di ardimento e valore, – Cielo di Franzensfeste-Cielo di Villach, 31 agosto 1917-7 settembre 1918. Croce di Guerra.
×
LIONELLO MARANI
VERONA
Il Ten. Col. Pilota di complemento Lionello Marani nacque a Verona
il 13 gennaio 1894. Prese parte al primo tentativo di volo su Vienna. Per
mancanza di aerei efficienti non potè decollare il 9 agosto 1918.
Decorato con una Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Audacissimo
pilota d'aeroplano, effettuava due lunghi voli in territorio nemico, per bombardare da
200 metri di quota gli impianti ferroviari di Franzensfeste e Villach, colpendo i bersagli con grande esattezza. Eseguiva altre numerose difficili missioni di guerra, dando prova
di ardimento e valore, – Cielo di Franzensfeste-Cielo di Villach, 31 agosto 1917-7 settembre 1918. Croce di Guerra.
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GUGLIELMO VIANINI 1896 - 1947
VERONA
Sottotenente pilota della 87^ Squadriglia dal 12 febbraio 1918. Ha iniziato i voli di guerra il 23 marzo del 1918 su apparecchio SVA. Ebbe all'attivo 18 ricognizioni strategiche, 3 scorte,
1 bombardamento e 3 crociere. Sostenne 3 combattimenti aerei ed ebbe una volòta l'apparecchio colpito. Il 13 maggio ebbe un combattimento nel corso del quale si scontrò con altro apparecchio nazionale
e fu costretto ad atterrare sul campo di Lodrone. Decorato con una Medaglia d'Argento al Valor Militare: Pilota di grande perizia e di mirabile audacia, effettuava con ottimo successo numerosi bombardamenti da 200 metri
di quota su importanti obiettivi, superando le più terribili insidie nemiche con animo incomparabilmente sereno e rissoluto. Cielo delle tere invase, ottobre 1918. Croce di Guerra
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GIOACCHINO SARTOR (LINO)
MONTEBELLUNA
Il 21 luglio 1916 il sergente maggiore Sartor è a Chiasiellis con la 30^ Squadriglia che viene sciolta il 15 luglio 1917. Passa come aspirante ufficiale alla 70^ Squadriglia, mentre nel maggio
del 1918 è presso la 5^ Sezione Difesa di Padova per pochi giorni, perchè il 20 maggio transita presso la 87^ Squadriglia SVA.
Decorato con Medaglia d'Argento al Valor Militare: Ardito pilota d'aeroplano compì numerosi voli su territorio nemico, sfidando gravi difficoltà
e pericoli, noncurante del preciso fuoco dell'artiglieria antiaerea, che colpì un ala in più parti il suo velivolo
o. Con grande calma e perizia, dopo lunga lotta contro forte vento e raffiche impetuose che minacciavano la stabilità
dell'apparecchio condusse brillantemente a termine una importante ricognizione. Cielo del Carso e della Valle del Baca,
24 luglio 1916 - 29 gennaio 1917.
Cielo del Trentino e della fronte Giulia, 6 agosto 1916 - 4 settembre 1917.
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ARTURO FERRARIN
THIENE
(1895-1941), era nato a Thiene (VI) da Antonio, industriale
tessile. Fece gli studi classici al «Foscarini» di Venezia e quelli
tecnici a Vicenza
e ancora nella città lagunare. Cresciuto nella provincia che diede i
natali ai diversi
pionieri del volo italiano, nutrì dall'infanzia una smisurata passione
aviatoria. Allo
scoppio della guerra venne arruolato nel Corpo Aeronautico e destinato al pilotaggio il 29 gennaio 1916. Fu prima
mitragliere
a Verona e poi come pilota istruttore a Cascina Costa e alla Malpensa.
Mantenne
questo incarico fino al giorno del disastro di Caporetto. L'attività di
volo era incessante
ma fare l'istruttore non era la sua massima aspirazione. Nel dicembre
del 1917
Ferrarin riuscì fi nalmente a transitare alla 82a Squadriglia basata a
San Pietro in Gu.
Prestò poi servizio a Istrana e quindi a Gazzo Padovano fino alla fine
della guerra.
Nei giorni dell'armistizio ebbe un incidente con la moto, come racconta
nella sua
autobiografia. «Il giorno stesso, dell'armistizio andai verso Vicenza a
salutare i miei
congiunti, partendo in motocicletta dal campo di Gazzo Padovano.
Nell'attraversare
verso Vicenza un cavalcavia inaugurato proprio in quei giorni, fui
avvolto in una fitta
nebbia di fumo che saliva da un treno in manovra e che toglieva la vista
a ogni cosa
all'intorno. Forse perché a trovarmi qualche volta durante i voli i
simili circostanze,
continuai a correre con la mia motocicletta e andai a sbattere
violentemente contro
un autocarro carico di ferro spinato. Me la cavai con una lesione al
naso della quale
ancora porto i segni, per ricordare a me stesso che la pace e la terra
presentano spesso
i medesimi pericoli che si incontrano in cielo e in guerra». In seguito
fu aggregato
alla 91a Squadriglia di Quinto dove rimase fino al maggio 1919.
Partecipò alle
onoranze a Francesco Baracca organizzate a Roma volando con una
formazione di
32 apparecchi guidata da Pier Ruggero Piccio. Fu quindi protagonista di
una serie
di missioni di propaganda all'estero. All'ultimo momento venne
recuperato per il
progettato il volo Roma-Tokio, ideato da D'Annunzio. L'impresa fu
eccezionale per
l'epoca e si concluse nella capitale nipponica dopo circa 17000 km. Dei
molti piloti
che tentarono la sfi da Ferrarin fu il solo che la portò completamente a
termine. Masiero
infatti percorse in nave un tratto del viaggio. Il pilota vicentino
partecipò poi
alla Coppa Schneider del 1926 e del 1927 e al raid Italia-Brasile.
Conquistò anche il
primato di durata volando ininterrottamente per 58 ore e 43 minuti, dal
31 maggio al
2 giugno del 1928. In seguito poi per divergenze con lo stato maggiore
dell'aeronautica
e per altre sfortunate vicende che lo riguardarono, la partecipazione di
Ferrarin
alle grandi imprese, si ridusse sempre di più. Lavorò come collaudatore
presso varie. Decorato con Medaglia d'Argento al Valor Militare:"Pilota da caccia abile ed animoso, in
numerosi voli dava bella prova di ardimento e di calma.
Il 28 gennaio e il 2 maggio 1918, dopo aspro combattimento, abbatteva
due apparecchi nemici". – Cielo di Gallio, di Spresiano e del Piave, 28
gennaio – 2 luglio 1918.
B.U 65 del 16 agosto 1919, pag. 4514.
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MICHELANGELO RICCARDINI
Il sergente pilota Riccardini il 1 gennaio 1917 è a Belluno con la 48^ Squadriglia su velivolo Caudron G3. Il 12 agosto 1917 ha uno scontro con un apparecchio nemico e torma al campo danneggiato. Il 5 novembre attacca per ben
tre volte un velivolo nemico che mette in fuga. Il 18 novembre si sposta a Castel di Godego. Dopo una breve parentesi con la 78^ squadriglia Caccia transita alla 87^ SVA sul campo di S. Pelagio. Il 9 maggio si ferisce cappottando con lo SVA
11806. Decorato con Medaglia d'Argento al Valor Militare: Ardito e abile pilota, ha compiuto numerose importanti ricognizioni, assolvendo sempre il mandato affidatogli, nonostante fosse più volte ostacolato da
condizioni atmosferiche avverse e cattivo funzionamento dei motori. Ebbe parecchie volte
l'apparecchio colpito dal tiro d'artiglieria e mitragliatrici antiaeree. Sostenne due combattimenti aerei ; in uno di questi, attaccato da velivolo nemico molto più veloce e meglio armato, riportò l'apparecchio
colpito in 80 punti. Ad onta di ciò, continuò la ricognizione,
finchè l'osservatore ebbe ultimato il proprio compito. – Cielo delle Dolomiti, ottobre 1916
-settembre 1917.
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VINCENZO CONTRATTI 1884 - 1964
Pilota militare dal 17 novembre 1911 fa parte della 43^ Squadriglia fino dalla sua fondazione. Dal novembre 1917 ai primi mesi del 1918 è in Cadore con la 48^ Squadriglia e poi passa alla 87^ Serenissima.
Cade a fine ottobre nel corso di una missione insieme al Tenente Pastorello.
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LODOVICO CENSI 1895 - 1964
Ludovico Censi nasce a Fermo da una nobile famiglia; Presta servizio come ufficiale di cavalleria, ma allo scoppio della prima guerra mondiale è volontario con il grado di tenente nell’aviazione militare;
Entra nella 76^ Squadriglia dove arriva nella primavera del 1918 partecipa a diverse azioni di guerra e si distingue per la sua abilità e il suo coraggio di pilota, per cui gli vengono assegnate due Medaglia d’Argento al Valor Militare.
A fine maggio 1918 è assegnato alla 87^ Squadriglia “La Serenissima” e fornisce un significativo contributo al Volo su Vienna. E’, infatti, uno dei sette piloti che riescono a compiere questa impresa, ma il giorno prima del Volo è anche il protagonista di un episodio che poteva trasformarsi in tragedia. L’8 agosto il
comandante D’Annunzio decide di effettuare un secondo tentativo di volo con gli undici arei che sono rimasti dopo la prima disastrosa prova di volo, ma ancora una volta il maltempo costringe la squadriglia a ritornare indietro. In questa fase è
particolarmente coinvolto il tenente Ludovico Censi che è partito in ritardo per noie al motore e che sta volando a tutta velocità per cercare di raggiungere la squadriglia. Non riesce ad avvistarli perché nel frattempo gli altri aerei sono ritornati
indietro. Sopra le Alpi Giulie le condizioni atmosferiche sono diventate impossibili a causa di una vera e propria bufera e Censi, per cercare di salvarsi, è costretto ad alleggerire l’aereo sganciando nel vuoto i volantini.
Egli riesce con grande difficoltà a fare ritorno a San Pelagio, ma si prospetta il pericolo che i manifestini gettati in territorio austriaco possano allertare le difese avversarie; per evitare questa possibilità
d’Annunzio decide allora di compiere il volo il giorno successivo. Il 19 agosto 1918 passa alla 122^ Squadriglia presso il campo di Ponte San Pietro (Bg). Nel 1919 Censi, con uno stormo di aerei, segue D’Annunzio nella spedizione di Fiume.
Ritornato in patria, Ludovico Censi lascia l’Aereonautica militare e intraprende la carriera diplomatica con l’incarico di Console d’Italia che ricopre in diverse città e capitali del mondo.
Il 5 maggio 1950 viene collocato in pensione e si stabilisce a San Severino Marche. Medaglia di Bronzo al valor Militare: Pilota da caccia ardito e volenteroso, con sei mesi di servizio alla fronte, compiva numerosi voli di
guerra e cooperava all'abbattimento di due aerei nemici. Cielo del
Piave e del Brenta, 14 dicembre 1917 ; 7 giugno 1918; Col d'Astico e Monte Asolone, 17
marzo 3 maggio 1918.
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PIETRO MASSONI 1896 - 1956
Il Tenente di complemento Pietro Massoni, pilota militare dal 21 novembre 1915, fu assegnato alla 43^ Squadriglia da ricognizioe in data 1 marzo 1916. Passato successivamente alla 87^ Squadriglia vi compì otto ricognizzioni
strategiche una delle quali su Lubiana e alcune scorte ai Caproni Ca.3. Il 9 agosto partecipando al raid su Vienna, fu costretto all'atterraggio su un
campo nemico in prossimità della capitale austriaca per un guasto al motore. Prigioniero tornò dopo la fine del conflitto.
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PASTORELLO DOMENICO
PADOVA
di Giuseppe, tenente pilota del 6° reggimento Ferrovieri, pilota della 38^ e 87^ Squadriglia. Decorato con MAVM e MBVM. Cadde in volo il 27 ottobre 1918 colpito dalla contraerea.
Motivazione: Pilota d'aeroplano, dopo aver bombardato le retrovie nemiche, discendeva a bassa quota permettendo all'aeroplano
di sparare circa 400 colpi di mitragliatrice sulle truppe avversarie. Rimasto gravemente danneggiato il suo velivolo
ed arrestato il motore, con calma e mestria, riusciva ad atterare in posto sicuro. Cielo di Timavo, 19 agosto 1918.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Pilota
di eccezionale ardimento, volò in missioni di ricognizioni e di bombardamenti
sui più lontani centri di vita del nemico, dall'Istria al Tirolo. Colpì con grande efficacia i suoi difficili bersagli, recò utili notizie, riportando spessissimo, i segni della
lotta sul suo apparecchio. – Cielo dell'Istria-Carinzia-Tirolo, 12 luglio-12 ottobre 1918.
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GIUSEPPE SARTI 1895 - 1953
Il Tenente di complemento Giuseppe Sarti, fu decorato con la Medaglia d'Argento al valor Militare per numerosi voli di ricognizione dal novembre del 195 all'agosto 1917. Ottenne anche la Croce di Guerra al Valor Militare. dal ssegnato alla 43^ Squadriglia da ricognizioe in data 1 marzo 1916. Passato successivamente alla 48^ Squadriglia armata con i bimotori G.4,
compì oltre 110 missioni di guerra. Nella primavera del 1918 arrivò presso la 87^ Squadriglia SVA. Partecipò al Volo su Vienna. Decorato con due , la prima per i voli fino al
settembre del 1917, la seconda per aver partecipato al volo su Vienna.
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TEN. PILOTA GEROLAMO ALLEGRI
VENEZIA
Nato nel 1893 volò con lo SVA. Fu soprannominato "Fra Ginepro" da
D'Annunzio per la lunga barba rossiccia e l'incipiente calvizie. Figlio
di un noto avvocato che fu anche sindaco di Venezia, compì i suoi studi
nella città lagunare e a Vienna.. Di carattere emotivo ma coraggioso fu
richiamato a metà del 1916, dopo essere stato volontario tre anni prima,
in artiglieria da fortezza. Passato in aviazione, fu in servizio per la
difesa a Cairo Montenotte, per approdare poi alla caccia sul nuovo SVA a
Ponte San Pietro. Come molti altri colleghi, dopo i fatti di Caporetto
fu spedito in tutta fretta al fronte.
Giunse a Istrana presso l'81a Squadriglia. Ai primi del 1918 assieme a
Guido Masiero passò alla III° Sezione SVA di Isola di Carturo. Il 7
giugno 1918, durante
una ricognizione a bassa quota sul campo di Feltre, ebbe una piantata al
motore e non riuscendo a metterlo in moto, puntò sugli hangar sotto il
fuoco austriaco. Pensando
di dover morire, decise che era meglio farlo arrecando il massimo danno
all'avversario.
Il motore però riprese improvvisamente e Gino Allegri se ne ritornò a
casa. Il
fatto passò poi alla storia come «la beffa di Feltre». Contattato da
D'Annunzio, «Fra
Ginepro» si trasferì San Pelagio presso l'87a Squadriglia, per far parte
del gruppo
di uomini che voleranno su Vienna il 9 Agosto. L'87a fu battezzata la
Serenissima
per l'alto numero di piloti veneti da cui era composta. Il 5 ottobre
1918, Allegri festeggiò
il ritorno da una missione su Portogruaro, eseguendo una serie di
manovre acrobatiche, che inavvertitamente lo portarono ad urtare il
collega Vianini in atterraggio.
Purtroppo per lui aveva ancora alcuni spezzoni appesi alle ali che
all'urto
esplosero disintegrando l'aereo e il povero «Fra Ginepro». Dopo il
funerale che fu
celebrato a Battaglia Terme, il giornalista Ugo Ojetti scrisse che la
cassa in cui erano
contenuti i pochi resti ritrovati dopo l'esplosione, era così leggera da
avere solo «il
peso di un'anima». Alla mesta cerimonia fu presente anche Gabriele
D'Annunzio
che pronunciò un'orazione. Le spoglie mortali di Gino Allegri sono a San
Michele a
Venezia.
Medaglia d'Oro al Valor Militare: Pilota di raro ardire e di virtù eccezionali iniziava, per primo, una serie di bombardamenti e mitragliamenti di grande efficacia, eseguiti tutti a quota bassissima
su importanti centri di vita del nemico, alcuni dei quali nelle più remote retrovie
avversarie. Non ancora ristabilito da recente malattia, pur di partecipare ad una
di queste importantissime azioni sopra scalo ferroviario importante, partiva in volo
di propria iniziativa, e con audacia e perizia effettuava il bombardamento riuscito
efficacissimo. Al ritorno, per causa accidentale, precipitava al suolo sullo stesso
campo di partenza, chiudendo così il servizio di magnifico soldato dell'aria con
olocausto della sua valorosa esistenza. Già decorato con tre medaglie d'argento ed
una di bronzo al valor militare. – Cielo di La Comina - Franzenefeste - Casarza -
Portogruaro, agosto-ottobre 1918.
MAVM: "Pilota di aeroplano di rara perizia e audacia, in ogni volo aveva votato la sua balda giovinezza al bene della Patria. Il 17 giugno 1918 ricevuto l'ordine di
riconoscere un campo di aviazione nemico, vi si portava a meno di 300 metri d'altezza per fotografarlo; arrestatosi il motore dell'apparecchio, scendeva a pochi metri da terra
continuando imperturbabile la sequenza fotografica.: perduta la speranza di salvarlo, drizzava il suo velivo contro un'hangar contenente molti aeroplani,
per cozzarvi contro, mandando tutti in frantumi. Il sacrificio della sua vita avrebbe così conservato all'Italia il segreto del nuovo apparecchio che Allegri pilotava.
All'ultimo momento il motore riprendeva miracolosamente a funzionare dando modo di portare a compimento il proprio mandato e riportava al proprio comando informazioni
del più alto interesse. Eccezionale esempio di calma, audcia e abnegazione. Cielo di Feltre, 7 giugno 1918."
MAVM: Pilota di ardire e valore impareggiabili, esempio mirabile di
elette virtù militari, primo in Italia si accinse a dar caccia di notte ad apparecchi
avversari, superando con tenacia ed ardimento, grandi difficoltà, e dando valore
di possibilità all'arduo problema. E di notte, alzatosi a volo, al primo segnale di allarme, dell'avvicinarsi di velivoli nemici, bombardieri d'inermi città, in pochi minuti riusciva,
con audace manovra ed esito felice, a colpire ed abbattere, l'uno dopo
l'altro, due di tali apparecchi. – Cielo del Piave, 24 luglio 1918.
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NATALE PALLI 1896 - 1919
Ufficiale pilota italiano. Durante la prima guerra mondiale guidò su Vienna (9 ag. 1918) la squadriglia "Serenissima", insieme con G. D'Annunzio.
Medaglia d'oro al V. M., nel marzo 1919 cadde sulle Alpi, mentre tentava il primato del raid Padova-Parigi-Roma-Padova in un sol giorno. http://www.treccani.it/enciclopedia/natale-palli/
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FERRUCCIO MARZARI
BRENDOLA
Prestò servizio con Gabbin e Gelmetti alla
25a Squadriglia Voisin sino alla fine del 1917. Il 25 maggio 1916 lancia
freccie incendiarie su un Draken a Kastanjevica, azione che ripetè il
18 giugno. Sempre nel 1916, il 14 novembre, insieme ad un altro
velivolo della squadriglia, esegue un bombardamento notturno. Il 1
gennaio 1917 si trova a Pozzuolo del Friuli e il 1 marzo il suo velivolo
viene colpito, durante una ricognizione, dal fuoco antiaereo ed è
costretto
ad atterrare a Lucinico. Passò poi sul campo di Nove di Bassano con la
nuova 86^ Squadriglia equipaggiata con velivoli SVA. La formazione fu
divisa in sezioni e la III° venne affidata al suo comando. I velivoli
furono inizialmente
dislocati a Ponte San Pietro nel bergamasco e poi spostati a Isola di
Carturo. Terminato
il suo compito alla III° SVA, Marzari passò a dirigere la I° a
Ganfardine nell'agosto
del 1918, mantenendo questo incarico fino alla fine del conflitto. La
III° Sezione, poi divenuta 57a Squadriglia, aveva come simbolo un gatto nero,
anticipazione di quello
che volerà sui nostri cieli dipinto sui velivoli del 51° Stormo di
Istrana. Decorato con tre M.A.V.M.. Queste le motivazioni delle
decorazioni: "Ottimo pilota noncurante del fuoco avversario che numerose
volte ebbe a colpire l’apparecchio, compì un’audace ed importante
ricognizione aerea su Adelsberg (23 settembre 1916) e bombardò
efficacemente in piena notte, un campo di aviazione nemico. (14 novembre
1916).
Avendo un proiettile spezzato il timone di direzione, con ardite
manovre riuscì ad atterrare nelle nostre linee. In combattimenti con
velivoli nemici, dette raro esempio di calma ed audacia". – Cielo del
Carso, marzo 1916-1917. B.U 10 15 febbraio 1918, pag. 689. "Pilota d’aeroplano, di rara perizia,
in numerosissime brillanti ricognizioni strategiche, si addentrava in
territorio nemico per centinaia di chilometri, riportando sempre
informazioni e serie fotografiche del più alto interesse; mirabile per
ardire, attività ed entusiasmo si abbassava spesso a pochi metri da
terra per meglio offendere con bombe e colpi di mitragliatrice truppe
e barconi nemici sul Piave, durante l’offensiva avversaria di del
giugno 1918". Zona di Guerra, febbraio - giugno 1918. "Pilota
esploratore d’aeroplano di rara ed ardimentosa bravura, non appena
iniziata
l’ultima grande battaglia, per quanto ancora convalescente e debole per
recentissima malattia, volle partecipare e cooperare alla vittoria
delle armi nostre come già aveva in tanti voli partecipato e
cooperato alla paziente preparazione. Mentre ancora il nemico
tenacemente resisteva sul Grappa, ne segnalò per primo il ripiegamento e
lo insegui quindi ostinatamente, fin nelle più lontane retrovie,
da Longarone e Bolzano; ed ovunque rilevò e documentò i disordinari
movimenti dei vinti, e lanciò su di essi le ultime bombe, precedendo,
colla sua invitta ala tricolore la marcia di liberazione e di redenzione
delle truppe italiane".- Cielo del Grappa, Piave, Tagliamento, Belluno
e Bolzano, agosto - novembre 1918.
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FRANCESCO COSTA SANSEVERINO
Tenente pilota di Napoli, giunge alla 87^ il 17 settembre 1918 e inizia i voli di guerra il 29 settembre 1918 con una missione in cui riporta l'apparecchio colpito. Costa Sanseverino viene
colpito da pallottole in altre due occasioni: il 20 ottobre nel corso di una ricognizione strategica tra Latisana e Codroipo e il 27 quando esegue il bombardamento della stazione di S. Stino.
Ha compiuto 12 ricognizioni o bombardamenti, di cui 2 oltre 40 km dalle linee.
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FRANCESCO PIERATTINI
Tenente pilota di Firenze della 87^ Squadriglia inizia i voli di guerra il 5 ottobre 1918. Non rientra dalla missione su casarza del 22 ottobre. Costretto ad atterrare entro le linee nemiche fu fatto prigioniero.
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