Il Fronte del Cielo - Il Bombardamento - La 6^ Squadriglia Caproni
L'unità nasce a Verona l'11 novembre 1915 alle dipendenze del Comando del Battaglione Squadriglie Aviatori, che funziona da Comando di Gruppo per le squadriglie a disposizione del Comando Supremo. Il 1° dicembre riceve la denominazione di 6^ Squadriglia Offesa ed è al comando del capitano pilota Adolfo Resio. Ha a disposizione due aerei più uno di riserva, fra cui il Ca.711, e comprende, oltre al comandante, il capitano pilota Piero Gregorini, il sergente pilota Federico Minardi ed il tenente di vascello Paolo Vandone. Il reparto arriva ad Aviano, in zona di guerra il 18 dicembre. Nell'ultimo scorcio dell'anno e nei primissimi mesi del 1916 la squadriglia è impegnata in ricognizioni, bombardamenti e crociere di protezione. Il 1° marzo 1916 Resio passa alla 3^ ed a lui subentra il 4 il capitano medico pilota Ferruccio Rossi. Nello stesso giorno arriva in squadriglia il sottotenente pilota Edoardo Scavini , che sul casco di volo porta la scritta "Vincasi", anagramma del suo cognome. La prima azione dell'anno avviene il 31 del mese con una ricognizione su Adelsberg condotta sul Ca.479 in forza alla 1^ Squadriglia ed assieme ad altri Caproni della 7^ Squadriglia. L'equipaggio, Rossi e Minardi con l'osservatore sottotenente Mario Olivieri ed il mitragliere Oreste Cornalba, indossa alcune corazze per proteggersi dal fuoco nemico. L'aereo è attaccato sul cielo di Muggia da un Fokker che poi si allontana sul mare. Il 20 aprile viene bombardato il cantiere degli idrovolanti a Trieste. Il Ca.1142 con equipaggio Scavini, sergente pilota Lodovico Montegani ed osservatore Olivieri, grippa un motore ed effettua la missione con solo gli altri due. Nel maggio 1916 la 6^ Squadriglia è sempre ad Aviano inquadrata nel IV Gruppo. Al comando di Rossi ci sono i piloti Minardi, Montegani e Scavini; l'osservatore Olivieri ed i mitraglieri: Aldo Buratti ed Alberto De Rossi. In carico il reparto ha i Ca.1157, 1142 e 711. Nei mesi di maggio e giugno, seppur ostacolata dalle non buone condizioni del tempo, la 6^ Squadriglia partecipa alla cosiddetta battaglia degli Altipiani che vede la I Armata italiana bloccare l'accesso della pianura alla "spedizione punitiva" del generale Conrad. Vengono bombardati baraccamenti nei pressi di Monte Erio e Campo Rovere, Albergo del Ghertele ed Osteria del Termine. Il 30 maggio il Ca.711 per un guasto all'impianto del carburante si sfascia in un atterraggio d'emergenza nei pressi di Godega di S. Urbano, senza conseguenze per Minardi, Rossi ed Olivieri. II 20 giugno il Ca.1142, dopo aver colpito il campo d'aviazione di Cirè, respinge col fuoco delle armi di bordo quattro Fokker che lo attaccano in successione. Il 1° agosto 1916 vede il bombardamento di Fiume insieme ai Caproni delle altre squadriglie. L'unita vi partecipa con tutte le macchine efficienti. Partono i Ca.1157 di Rossi, Minardi ed Olivieri, il 1142 di Scavini, Montegani e del mitragliere Guido Ciastellardi ed infine il 1219 con i piloti sottotenente Umberto Mongardini e sergente Cesare Baccili ed mitragliere Riccardo Picco. Il capitano Rossi colpisce in pieno il silurificio Whitehead con 6 bombe da 162mm. Il pomeriggio del 9 agosto gli stessi aerei battono Prevcina nel quadro della sesta battaglia dell'Isonzo, con l'unica differenza che questa volta l'equipaggio del Ca.1157 è composto dai piloti sottotenente Ignazio Thaon di Revel e sergente Domenico Cacciatori col mitragliere Buratti. Questo Caproni respinge per tre volte un Fokker ed alla fine l'equipaggio lo vede scendere a precipizio verso Ronziano. Il 29 settembre viene colpita di nuovo Trieste dai Ca.1244 di Scavini e Montegani con Olivieri ed il 1219 di Mongardini, Baccili e del tenente osservatore Angelo D'Angelantonio. La fine dell'estate vede un certo ricambio di uomini e mezzi all'interno della 6^ Squadriglia. Infatti vengono ceduti i Ca.1142 ed 1229 mentre arrivano da Taliedo i Ca.1244 e 1200, quest'ultimo da 350 Hp. Mongardini viene trasferito alla 4^ Squadriglia ed arrivano i sottotenenti Domenico De Lorenzi ed Enrico Bertolini. Il 6 dicembre 1916 Rossi va al Comando d'Aeronautica e cede il comando al capitano pilota Giulio Sibilla Massiera. Durante l'anno il reparto ha compiuto 36 voli bellici.
Il 10 aprile 1917 la 6^ Squadriglia entra a far parte dell'XI Gruppo appena costituito. Le pessime condizioni meteorologiche impediscono i voli fino a maggio, quando ha inizio la decima offensiva dell'Isonzo. L'unita, sotto il comando di Sibilla, ha in carico i Ca.1244, 1229, 1231, 1250 ed e composta dai piloti: Cacciatori, Montegani, Thaon, Scavini, e sergente Angelo Pacassoni; osservatore capitano Giulio Schiller; mitraglieri Ciastellardi, Luigi Ferippi, Alfredo Porta, Paolo Raccagni e Nazzareno Salvi. Il 2 maggio viene eseguito un bombardamento notturno su Opcina con tutti e quattro gli aerei. La nebbia rende problematico il rientro ed il 1229 si perde ed è costretto ad atterrare nei pressi di Fontaniva, dove si distrugge senza conseguenze per il suo equipaggio. Nel giugno la squadriglia opera invece sul fronte trentino partecipando alla tragica ed impropriamente detta battaglia dell'Ortigara, che costa alle truppe italiane un fiume di sangue senza che vengano fatti progressi significativi nella zona tra la Valsugana ed Asiago. Il 19 giugno l'unita bombarda Albergo Ghertele insieme ad altre squadriglie. Il 28 luglio i Ca.2361, 2393 e 2398, da poco arrivati in squadriglia, battono Idria. Il 2 agosto partono alle 24.00 quattro aerei diretti a Pola per bombardare l'Arsenale, lo Scoglio Ulivi e l'ancoraggio della flotta. Alla missione partecipano quali osservatori il tenente Ferruccio Pizzi ed il guardiamarina Umberto Calvello. Costui, in forza alla 251^ Squadriglia della Regia Marina a Venezia, prende posto sul 2393 pilotato da Thaon e Pacassoni. L'azione viene ripetuta la notte successiva. Negli ultimi quindici giorni di agosto l'unita è impegnata in bombardamenti nel quadro della undicesima battaglia dell'Isonzo colpendo Cerovlje, Tennizka ed il costone meridionale del Monte Hermada. Il 23 agosto, per un incidente a terra, finisce bruciato il Caproni 2397. Alla fine dell'estate Baccili e Pacassoni vengono temporaneamente assegnati al Distaccamento A.R. per il bombardamento di Cattaro. I124 ottobre 15 divisioni, di cui 7 tedesche, fanno breccia nella difesa italiana a Caporetto mettendo in crisi il dispositivo italiano. Il 25 ottobre la squadriglia interviene con i Ca.4076 e 4062 a fiaccare lo slancio nemico con un bombardamento notturno su S. Lucia di Tolmino. Il giorno successivo viene ripetuta l'azione dagli stessi aerei. Il 4062, partito alle 14.30 con Baccili, ora aspirante Ufficiale, caporale Pietro Cattai, mitraglieri Ferippi ed Eugenio Violi, non rientra dalla missione. L'equipaggio dell'altro bombardiere riferisce di aver visto sull'obbiettivo un Caproni colpito in pieno. Il Caproni era stato intercettato probabilmente dall'Albatros dell'Offzierstellvetreter Schmidt dello Jasta 39, uno dei cacciatori tedeschi che quel giorno rivendicano l'abbattimento di quattro bombardieri. Nessun superstite dell'equipaggio. Il 31 ottobre, in seguito al ripiegamento, l'unità si trasferisce nel pomeriggio sul campo di Padova con i Caproni 4076, 2393, 4137 e 2323. Il Ca.2355, inefficiente per i voli bellici ed impiegato solo per addestramento, viene spogliato di quanto utilizzabile e dato alle fiamme sul campo di Aviano. Il 1° di novembre la 6^ Squadriglia viene rinforzata con gli aerei e gli equipaggi del Comando Gruppo e dei maggiori Egidio Carta ed Armando Armani, che sovente guideranno le azioni. Le matricole dei nuovi bombardieri sono 4170 e 4071. In questo periodo sono dunque in squadriglia i Ca.4170, 4071, 4076, 2393, 4137 e 2323. I piloti sono: Bertolini, Cacciatori, Montegani, Pacassoni, Sibilla, tenente Leandro Negrini , tenente Ridolfi, caporale Ubaldo Puccione, caporale Carlo Bonalumi, caporale Domenico Guarino. Gli osservatori: Pizzi, Schiller, tenente Francesco Cutry, tenente Liborio Petracalvina. I mitraglieri: Buratti, Ettore Candiani, Tarcisio Cantarutti, Giuseppe Dal Lago e Ricciotti Lupani. Malgrado le condizioni atmosferiche vengono battuti, anche di notte, obbiettivi militari a S. Giorgio Nogaro, Primolano e Ghertele. Il 21 si danneggia in un atterraggio d'emergenza il 4170. L'8 dicembre decollano da Padova, per raggiungere i Caproni di San Pelagio già in orbita sul campo, gli esemplari matricola 4071, 4137, 4076, 2393 e 2332. Dopo aver bombardato baraccamenti e truppe nella valle di Campomulo, gli aerei scendono a mitragliare le colonne nemiche. Il 13 dicembre la squadriglia è nuovamente trasferita a Ghedi con i Ca.4076 e 2332. Rimangono a Padova perchè inefficienti il Caproni 2393, che arriva il giorno dopo, ed il 4137, che invece viene messo fuori uso sullo stesso campo da un bombardamento il 3 gennaio 1918. II 14 dicembre il maggiore Armani se ne va col personale del Comando di Gruppo ed il Caproni 4071. La 6^ Squadriglia è messa a riposo fino a nuovo ordine.
Il 29 gennaio del nuovo anno l'unità passa da Ghedi al campo di Verona. Il 5 febbraio arriva da Milano il Ca.2376. Le operazioni ricominciano il 6 febbraio con il bombardamento notturno della stazione ferroviaria di Mattarello compiuto dai Ca.2376 e 4076 ai comandi rispettivamente dei sottotenenti Manlio Boni ed Ariboldo Soliani. Il 4076 perde la rotta ed è costretto ad un atterraggio d'emergenza sulla Piazza d'Armi di Ferrara. L'aereo non riporta danni e torna a Verona il giorno dopo. Nei giorni successivi vengono battuti i ponti sull'Eisat a Bolzano ed il campo della Comina. In marzo Sibilla cede il comando al tenente Cutry, che lo tiene interinalmente per passarlo alla metà del mese al tenente Omero Cavallarin. Alla fine del mese la 6^ Squadriglia ha a disposizione i Ca.11502, 11503, 4076 e 2376. II 25 marzo viene colpita nuovamente di notte la stazione di Mattarello. L'unità partecipa in forza all'azione con i Ca.11502, 4076, 11503, ed 11507, quest'ultimo prestato dalla 4^ Squadriglia in quanto il 2376 è inefficiente. II 4 maggio vengono bombardati gli impianti elettrici di Fies ed il 20 la squadriglia è trasferita da Verona a Cà degli Oppi. Il 10 maggio, "Nel Cielo", la rivista bisettimanale d'aviazione del "Secolo Illustrato", pubblica in copertina la fotografia del tenente Ridolfi quale primo classificato nel concorso "Bombardieri del Cielo", sulla base del numero di missioni compiute e delle ore di volo, la difficoltà delle azioni ed il numero di bombe lanciate nel periodo dal 1° novembre 1917 al 28 febbraio 1918. Al vincitore vengono accreditati, oltre alle 2.000 lire di premio, ben 24 voli di guerra per un totale di 2.855 minuti. Il 25 maggio un'azione di bombardamento sul Passo del Tonale non può essere compiuta per le fortissime raffiche di vento e all'equipaggio del 4076, composto da Soliani e dal tenente Sandro Marelli con l'osservatore tenente Guglielmo Cassinelli, capita un'avventura che poteva davvero avere conseguenze peggiori e che viene narrata dallo stesso Marelli in una lettera alla famiglia. Decollato la mattina presto in formazione con altri bombardieri, non appena in quota il 4076 viene investito da violente folate di vento che crescono fino ad assumere le caratteristiche di una vera e propria bufera. Appena passate le linee l'aereo è trascinato verso il basso dalla furia degli elementi nonostante i motori al massimo e per alleggerirlo l'equipaggio è costretto a sganciare le bombe a casaccio. Mentre vira per prendere la rotta di ritorno un motore si ferma ed il bombardiere è costretto a puntare sull'Adamello perdendo quota. Non appena arriva sul ghiacciaio il Caproni viene letteralmente strappato dalle mani dei piloti ed in balia della tormenta inizia una serie folle di salite e picchiate, viti e scivolate d'ala in assetti assurdi. I piloti invano riacquistano un minimo di controllo per tentare di uscire dalla conca ghiacciata passando tra due cime, quando una nuova raffica li respinge. L'unica speranza è prendere terra sulla neve ai piedi del ghiacciaio e con immani sforzi Marelli e Soliani riescono a posare le ruote del Caproni in un tratto pianeggiante. Dopo una breve corsa l'aereo affonda il carrello nella neve e si capovolge. L'equipaggio, sostanzialmente illeso, viene prontamente soccorso da alcuni alpini ed i piloti ricevono encomi ufficiali per lo splendido atterraggio a ben 3.150 metri di quota.
Il 24 giugno sono in carico alla 6^ Squadriglia i Ca.11502, 11503, 2338 e 2377. I piloti sono: Bonalumi, Boni, Cacciatori, Marelli, Pacassoni, Soliani e tenente Omero Cavallarin; gli osservatori: Cassinelli, Petracalvina, tenente Fausto Da Passano e sottotenente Angelo Pocetta. I mitraglieri: Alberto De Rossi Andrea Lovera Pietro Pezzoni e Giuseppe Vittone. L' 11 luglio 1918 venne ordinata un'azione di lancio di manifestini, ma subito dopo il decollo, forse per un guasto ad un motore, precipita il Caproni 2338. Nessun scampato tra l'equipaggio composto dal tenente Soliani, dal tenente Marelli, dall'osservatore Domenico Martino e dal mitragliere Pezzoni. Il 17 luglio comincia ad affluire all'unita il personale americano proveniente dalla base di Foggia, tenenti James L. Bahl Jr., Coleman De Witt Jr., Arthur D. Farquar, William B. Shelton, Norman Sweetser e Frederick K. Weyerhauser. Il 22 luglio il tenente Cavallarin cede il comando al capitano Raffaele Tarantini, proveniente dalla Squadriglia. In una delle prime azioni con gli americani, il tenente Farquar, secondo pilota sul Ca.11502, è ferito al capo dalla scheggia di un colpo di antiaerea. Il 13 agosto personale dell'unita si reca a Taliedo a ritirare i nuovi Ca.5 da 600 hp. II 17 settembre venne eseguito un bombardamento notturno sui campi d'aviazione di Aviano e Pergine con i Caproni 11503 e 2377. Sui due aerei partecipano all'azione i tenenti Weyerhauser, osservatore, e De Witt e Bahl come piloti. Il 25 tutti e tre gli aerei efficienti dell'unita, i Ca.2377, 11503 e 4058, lanciano manifestini nella zona di Mezzolombardo. II 4 ottobre arrivano da Taliedo i nuovi Ca.5 11647, 11664 ed 11671, e due giorni dopo vengono ceduti alla 4^ Squadriglia i Ca.450 hp 4086, 2377 e 11503. Alla fine di ottobre 1918 la 6^ Squadriglia al comando di Tarantini utilizza i Ca.11647, 11664, 11671, 11669, 12214, 11659, 11676 ed 11660. I suoi piloti sono Bahl, Bonalumi, BorH, Cavallarin, De Witt, Guarino, Pacassoni, Sheldon, tenente Mario Giuliani Gusman, tenente Vincenzo Machi e sergente Domenico Greselin; gli osservatori Petracalvina, Weyerhauser, tenente Vincenzo Cutello, tenente Francesco Cutry, sottotenente Orazio Aiello, sottotenente Domenico Girardi e sottotenente Cesare Morresi; i mitraglieri Cantarutti, Vittone, Alcibiade Borghi, Capperino Campanini e Mario Giampaoli. Il 27 ottobre ben 6 aerei partono alle 10.40 da Tombetta per un bombardamento di Vittorio Veneto durante lo sfondamento italiano. Non ritorna il Ca.11669 con l'equipaggio comprendente i piloti americani De Witt e Bahl e gli italiani Cutello e Cantarutti. Si saprà in seguito the il bombardiere italiano era stato attaccato ed abbattuto nel cielo di Pergine da cinque caccia con la morte dell'intero equipaggio. Fra i cacciatori austriaci erano anche gli Oberleutnant Roman Schmidt ed Emmerich von Horvath. Al tenente De Witt venne conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Il 1° novembre l'11664 si danneggia in un atterraggio d'emergenza nei pressi di Latisana lasciando l'equipaggio incolume. L'ultima azione della guerra vede il bombardamento della stazione di S. Giovanni Monzano da parte dei Ca.11647 ed 11660 il 2 novembre 1918. Nel corso dell'ultimo anno di guerra l'unità aveva volato 147 voli a scopo bellico
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Immagine: Tenente Negrini della 6^ - Archivio Mongardini - Circolo del 72
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