Il Fronte del Cielo - L'aviazione Imperiale - Gli aviatori
Quando si parla delle vicende legate alla storia
bellica della Grande Guerra si è in genere portati ad occuparsi della parte
italiana identificando negli austroungarici l'altra parte senza mai scendere
nei particolari delle loro vicende personali ed umane. Se invece si
approfondisce la conoscenza dei soldati avversari si scoprirà una verità
lapalissiana. Essi non erano molto dissimili dai nostri. Sfogliando la
classifica degli assi con la croce di ferro vi si rinvengono chiare analogie
con quella italiana. Il numero delle vittorie accertate innanzitutto è
analogo. Il più importante dei piloti austroungarici, Godwin Brumowski, ne
mise a segno 35 (contro le 34 di
Baracca). Al secondo posto troviamo Julius
Arigi con 32 vittorie. La sua fama di pilota cominciò nel 1916 sul fronte
italiano, dove in poco tempo diventò un asso. Passato alla
Flik 41J),
proprio alle dipendenze di Brumowski, entrò subito in competizione con lui.
Lasciò ben presto il reparto per trasferirsi alla
Flik 55J di
Pergine sul
fronte trentino. Qui, con Josef Kiss e Josef von Mayer, formò un formidabile
trio di cacciatori, tutti assi, conosciuto come «Kaiser staffel», lo
Squadrone imperiale volando sui nuovi
Aviatik Berg D-I. Terminato il
conflitto Arigi continuò la sua attività aeronautica nella rinata Luftwaffe
tedesca. Fu istruttore di volo ed ebbe tra i suoi allievi anche
Hans-Joachim Marseille e
Walter Nowotny . Ritiratosi infine in Austria morì nel 1981. Il
terzo asso in classifica, fu Benno Fiala con 28 vittorie di cui 26 ottenute
sul fronte italiano. Nel 1916 era alla
Flik 10
come tenente al campo di
Aisovizza
e pilotava un
Fokker E-I. In coppia con Heyrowsky abbattè il
dirigibile «M-4». Dopo la guerra fu ingegnere presso la Junkers di Dessau.
Dopo Benno Fiala, con 27 vittorie tutte sul fronte italiano, troviamo Frank
Linke-Crawford il «falco di Feltre», che come insegna portava sulla
fusoliera una grande aquila con le ali spiegate. Di padre galiziano e madre
inglese, prestò servizio in cavalleria sul fronte russo. Entrato in
aviazione fu destinato al fronte italiano distinguendosi come cacciatore. Si
faceva chiamare «testa rossa» con riferimento al colore del casco e amava
portare sempre calzoni bianchi. Di stanza a
Feltre
presso la
Flik 60J,
cadde nei pressi di Vas il 31 luglio 1918, abbattuto da
Carlo Ciampitti e
Aldo Astolfi , entrambi in forza all'
81^ Squadriglia
basata a
Casoni di Mussolente. In base alle testimonianze dell'epoca sembra che l'aereo di
Linke-Crawford sia rimasto vittima di un guasto che lo mise
nell'impossibilità di difendersi. A quel punto il caporale Aldo Astolfi lo
centrò. Per Astolfi fu la sola vittoria dell'intera guerra. Il quinto posto
nella classifica degli assi austroungarici è occupato da un personaggio
singolare: Josef Kiss che ottenne 19 successi. Nato in Ungheria nel 1896,
lasciò giovanissimo la scuola per arruolarsi volontario nell'aprile del
1916. Entrò nelle forze armate come soldato semplice ma aspirava a diventare
ufficiale. La sua carriera aeronautica ebbe inizio nella ricognizione.
Fu con Brumowsky sull'Isonzo, ma
viste la sue capacità transitò nella caccia. Raggiunse quindi la
Flik 55J
di Pergine e formò con il comandante Mayer e Arigi il famoso un trio di cui
si è detto. Sull'aereo nero aveva disegnata una «K» bianca. Venne abbattuto
una prima volta da
Silvio Scaroni
il 25 gennaio 1918, sulla val d'Assa.
Rimase ferito ma sopravvisse e rientrò subito dopo in servizio. Morì in
azione il 25 maggio 1918 nei cieli della Valsugana. Aveva raggiunto il grado
di sergente maggiore ed ebbe postuma la nomina a sottotenente. Durante i
suoi funerali piloti, inglesi, francesi e italiani sorvolarono il corteo,
lanciando una corona di fiori. La sua fidanzata di Pergine lo ricorderà
sempre rimanendogli fedele fino alla morte. Con 18 vittorie quasi tutte
ottenute sul fronte italiano Kiss è seguito da Franz Graser. Al pari di
Brumoswsky anche Graser non fu mai un pilota dell'aviazione asburgica. Era
infatti artiglierie e aveva comandato una batteria sul fronte orientale.
Transitò nell'aviazione dopo essere stato ferito e fu assegnato come
osservatore alla
Flik 2. Proprio da osservatore ottenne le sue due prime
vittorie. Era un tiratore molto dotato e seppe fare buon uso della
mitragliatrice di bordo. Imparò quindi a volare in maniera informale e fu
poi trasferito ad unità da caccia. Prima prestò servizio nella
Flik 42J di
Campoformido e poi nella
Flik 61J a
Motta di Livenza. Volò esclusivamente
con gli
Albatros D III. Il suo simbolo era un gufo che nei balcani significa
«annuciatore di morte». Graser aveva un carattere allegro. Fu abbattuto il
17 maggio del 1918 da un gruppo di piloti italiani:
Chiri,
Magistrini,
Nardini e
Novelli. Al settimo posto della graduatoria austroungarica con 16
vittorie c'è Eugen Bonsch, che fu un specialista nell'abbattere palloni (6
successi). Di carattere tranquillo e riservato, fu abbattuto in fiamme sul
territorio italiano ma riuscì a fuggire e tornare al suo campo.
(immagine: Ian Skvor 20 marzo 1918)
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