Il Fronte del Cielo - Gli Alleati - Royal Flying Corps
Il 24 ottobre 1917 l’offensiva austroungarica e tedesca ruppe il fronte italiano a Caporetto (Dodicesima battaglia dell’Isonzo) causando una veloce ritirata e la minaccia concreta del collasso dell’esercito italiano. Gli Alleati reagirono immediatamente, decidendo, il 26 ottobre di inviare immediatamente aiuti. Dalla Francia gli inglesi mossero il XIV Corpo d’Armata (7^, 23^ e 48^ Divisione) che raggiunse in treno il fronte veneto insieme a due Squadroni del Royal Flying Corp, il 28th (Sopwith Camel) e il 34th (R.E.8, che formavano il nuovo 51^ Stormo (Wing) . Nel corso del convegno di Rapallo (5 novembre) si decise di inviare altre due divisioni, la 5^ e la 41^, e tre ulteriori Squadriglie (Squadron), la 42th (R.E.8,), la 45th (Sopwith Camel) e la 66th (Sopwith Camel) come parte della VII Brigata. In totale furono dislocati sul fronte italiano 90 velivoli (54 monoposto Sopwith Camel da caccia e 36 biposto per il supporto tattico all’esercito, del tipo R.E.8,. Tra il 5 e il 12 dicembre 1917 le 5 squadriglie lasciarono la Francia insieme al quartier generale della VII Brigata, un aeroparco (Z Aircraft Park o 7^) e un reparto di manutenzione, il No. 2 Aircraft Depot. In precedenza c’erano alcune batterie britanniche schierate sul fronte della 3^ Armata che furono in azione durante la 10^ e l’11^ battaglia dell’Isonzo, ma non avevano reparti aerei al seguito, e l’osservazione del tiro gli fu fornita dai ricognitori del V Gruppo italiano. I primi reparti aerei ad arrivare furono il 28th Squadron e il 34th Squadron, con il Z Aircraft Park che arrivarono a Milano a metà novembre e subito si spostano a Ghedi il 17 con il comando a Montichiari e il 22 novembre a Verona. I reparti aerei furono riuniti nella VII Brigata del Royal Flying Corps al comando del generale T. I. Webb-Bowen, che a fine novembre pose il suo comando ad Altichiero. Lo Air Park, ossia il magazzino di rifornimento e l’officina presero sede a S. Pelagio. Il 28 novembre gli Squadron 28th e 34th posero la loro base a Grossa, PD, a una decina di km ad est di Vicenza, e il giorno successivo fu compiuta la prima sortita operativa con gli R.E.8 del 34th Squadron incaricati di missioni fotografiche oltre il Piave, contestate dalla cacca nemica. Lo stesso giorno il capitano William «Billy» Barker del 28th Sqn, un canadese, conseguì la prima vittoria britannica quando in uno scontro fra quattro Sopwith Camel e cinque caccia fra Sernaglia e Pieve di Soligo abbatteva un caccia, forse il Leut. D. R. Hans Hartl della Jasta 1, che rimase ferito. Erano trascorse solo tre settimane dalla partenza dalla Francia. Il 23 novembre arrivò a Milano il 66th Squadron e si portò a Verona il 28 novembre. Il 42th Sqn si spostò rispettivamente a S. Pelagio il 2 dicembre, a Istrana il 7 e a Grossa il 17. Il 3 dicembre anche il 34th Sqn si spostò a Istrana. Le truppe britanniche si schierarono nella zona del Montello (28 novembre), con i francesi alla loro sinistra, ed entrarono in linea agli inizi di dicembre, quando la situazione era stabilizzata. Si svolse allora la battaglia delle Melette, ma furono solo truppe italiane che fermarono l’ultimo attacco austriaco. Il 45th Sqn era il reparto più esperto, e iniziò il trasferimento il 15 novembre, ma lo potè completare solo a metà dicembre, quando ritrovò la sua operatività a S. Pelagio. I suoi piloti si stabilirono in una villa a Fossalunga, poi a fine anno il 45th Sqn si spostò a strana, da dove si era allontanato il 42th Sqn. Agli inizi di dicembre si schierava a Grossa anche il 66th Sqn, un reparto che aveva appena ricevuto i Sopwith Camels, del quale i suoi piloti dovevano imparare le difficili qualità di volo. Il 15 e 16 dicembre i RE.8 dei due Squadron bombardarono l’aeroporto di Case San Felice. Il fatto che questi biposti potessero con facilità alternarsi nei vari ruoli di ricognizione a vista e fotografica, direzione dell’artiglieria e bombardamento, ed effettuare missioni con tanti aerei insieme, mostra che avevano una capacità tecnica superiore a quella degli analoghi reparti italiani. Nel corso della battaglia di Istrana, (che secondo i documenti inglesi non fu una rappresaglia per un fantomatico attacco di Barker a un campo nemico il giorno di Natale), entrarono in azione nella prima parte della battaglia i Camels del 28th, e al 2° Lt Mulholland fu assegnato l’abbattimento di un Dfw C-V a Povegliano. Nella seconda ondata James Mitchell abbatteva un bimotore a Montebelluna, un Aeg G-IV attribuito anche ai nostri Silvio Scaroni e Giacomo Brenta Il 30 dicembre i Sopwith Camels del 28th Sqn appoggiarono l’aviazione francese impegnata nella conquista del monte Tomba. Nel corso del 1917 gli inglesi rivendicarono 14 abbattimenti di aerei, otto più due palloni il 28th, quattro il 66th e due il 45th. Alla fine dell’anno arrivarono anche gli aerostati, il 4th Ballooon Wing con le 9 e 20 Ballooon Companies che si schierarono a Villalta. Il 28th, si trasferì il 20 agosto 1918 a Sarcedo dove vi rimase fino al 22 ottobre per raggiungere Istrana. Al termine del conflitto rientrò di nuovo a Sarcedo per ritornare definitivamente in Inghilterra nel febbraio del 1919. Il 34th Squadron fu a Marcon dal 14 febbraio, Istrana dal 12 marzo, Villaverla dal 30 marzo, San Luca dal 23 ottobre 1918, Villaverla dal 16 novembre e Belfiore/Caldiero dal febbraio 1919. Il 66th rientrò in Inghilterra nel maggio 1919. Il 42th fu trasferito ad a San Luca il 19 febbraio e a Poggio Renatico il 10 marzo. Qualche giorno dopo ritornò sul fronte francese. il 45th Squadron, Il 17 marzo 1918 fu trasferito a Grossa. Ritornò sul fronte occidentale nel settembre 1918.
I reparti inglesi furono ospiti anche in altri campi di aviazione disposti itra Vicenza e Treviso come Arcade, San Luca, Sarcedo e San Pietro in Gu, il più meridionale. Vi erano inoltre i reparti aerostieri con 4 sezioni (Kite Ballon Sections), la 7, 22, 24 e 33, della 9^ e della 20^ compagnia del 4th Wing. Il 15 luglio del 1918 arrivò anche il 139th Squadron equipaggiato con il caccia Bristol F2B che rimase in Italia fino al 29 settembre. Tuttavia la prima presenza aerea britannica in Italia si realizzò ancora nel gennaio 1917 quando, su richiesta del contrammiraglio Mark C. F. Kerr, comandante dell’Adriatic Squadron, dieci idrovolanti Short furono inviati a Otranto per contribuire allo sbarramento posto nel basso Adriatico, il cui elemento principale era una catena di pescherecci inglesi drifter. In febbraio ad essi si aggiunsero dei monoposto da caccia Sopwith Baby e poi sei biposti terrestri Sopwith 1 ½ Strutter per la scorta, che si basarono a Giurdignano. Nel marzo 1917 gli inglesi chiesero una squadriglia di idro FBA per i loro piloti. La richiesta non fu accolta ma un piccolo numero di FBA italiani fu in effetti fornito ai piloti britannici e operarono anche da Malta. Le operazioni inglesi da Otranto iniziarono nell’aprile 1917 ad opera del neocostituito No 6 Wing del Royal Naval Air Service, RNAS al comando del commodoro Murray Fraser Sueter: la base tecnica (erecting station) era a Taranto. I reparti che formavano il Wing non avevano ancora un numero di squadriglia, che avranno nell’aprile 1918 (224 e 225), quando RNAS e Royal Flying Corps, RFC, saranno fusi nella nuova Royal Air Force. In estate la base di Otranto riceveva dodici nuovi Short 320 siluranti, allo scopo di attaccare con siluri da 18 pollici la flotta austriaca a Cattaro. Il corto raggio degli idrovolanti inglesi impediva questa impresa, così il comandante Sueter fece costruire dei pontoni che furono ancorati, protetti da navi da guerra, 100 miglia al largo in Adriatico. Il 2 settembre 1917 sei Short 320 furono portati ai pontoni, ma il mare mosso impedì le partenze e danneggiò gli aerei, e il raid fu annullato. A Taranto esse sede il 67th Wing di stanza sul campo di Pizzone con le squadriglie 226, arrivata il 19 giugno 1918 e 227, giunta il 1 luglio successivo. Quest'ultima non riuscì a divenire operativa prima della fine delle ostilità. Nel novembre 1917 i Sopwith Baby di Otranto avvistarono e attaccarono due volte un U boot, il 13 e il 19, ma le loro piccole bombe da 65 libbre non ebbero effetto. La caccia ai sommergibili era un compito difficile e non senza pericoli: il solo 7 gennaio 1918 il 6 Wing perse tre apparecchi, con quattro aviatori scomparsi in mare. Secondo i dati ufficiali, il RNAS effettuò in Adriatico nel 1917 3 missioni di ricognizione e scorta, 15 di difesa e caccia e 141 di esplorazione. Gli inglesi erano interessati a operare anche nel nord Adriatico, con un certo dispetto da parte dei francesi. Il comandante della squadra navale ammiraglio Kerr visitò Pesaro nella primavera 1917, poi si indirizzò sull’isola di Poveglia, per basarvi ben 40 idro bombardieri Felixstowe. La proposta non andò avanti, in autunno si parlava solo di uno scalo per accogliere eventualmente idrovolanti per operazioni speciali. In questo quadro si colloca la decisione britannica di acquistare sei triplani Caproni Ca.4 e formare una squadriglia per bombardare Pola e Fiume. La Regia Marina si offrì di ospitarli a Marcon, e di preparare nuovi campi, ma il progetto non si realizzò: all’inizio del 1918 gli inglesi avevano avuto solo due Caproni Ca.4 a Ghedi, e tutti e sei furono passati all’aviazione italiana, con una grande dotazione di bombe inglesi. Nel maggio 1917, infine, un bombardiere Handley Page 0/100 traversò l’Italia, facendo tappa a Pisa, Roma, Napoli e Otranto, diretto alla base inglese a Mudros, sull’isola di Limnos. Seguirono poi altri trasferimenti di bombardieri 0/400.
Fra gli anglosassoni il pilota più famoso fu
William «Billy» Barkerfont
in servizio presso gli «Squadron»
28th,
66th e
139th.
Totalizzò 50 vittorie di cui 43 in Italia. Canadese di Dauphin nella regione del Manitoba, passò all'aviazione dai fucilieri a cavallo nel 1916. Dopo un paio di vittorie e un anno passato come istruttore, verso la fine del
1917 era al comando del
28th Squadron. All'indomani della rotta di Caporetto giunse sul nostro fronte con l'armata anglo-francese,
proseguendo la sua serie di successi. Diventò famoso per aver provocato la «Battaglia di Istrana» anche
se Norman McMillan scrive che questa fu una leggenda legata più che altro alle chiacchere fra piloti. Nell'aprile del 1918
Barker era al comando del
66th Squadron di
San Pietro in Gu. In luglio fu quindi trasferito alla guida del
139th Squadron di
Villaverla e
Grossa, dotato di «Bristol» biposto. Egli però continuò a volare sul suo «Sopwith Camels B6313». Terminata la campagna italiana tornò in Gran Bretagna dove, dal settembre del 1918,
riprese a fare l'istruttore fino al fine del conflitto. L'aereo personale di Barker, il suo «Camel B6313», fu il velivolo cui venne accreditato il maggior numero di vittorie di tutta la guerra. Al secondo posto con 27
successi, tutti ottenuti in Italia con il
28th Squadron,
si colloca
Clifford McEwen
detto «Black Mike», anche lui canadese del Manitoba, amico personale di
Antonio Riva.
McEwen rimase in servizio nell'aviazione canadese e nella seconda guerra
mondiale fu comandante di un gruppo
di bombardieri in
Inghilterra. Nel graduatoria dei migliori piloti anglosassoni che operarono sul fronte italiano durante il primo conflitto mondiale seguono poi tre aviatori tutti del
45th Squadron: l'inglese
Peter Carpenter con 24 vittorie
(poi trasferito al
66th Squadron ), lo scozzese
Matthew Frew detto «Bunty», con 23 successi, che fu colpito dalla contraerea e ritornò in Inghilterra
come istruttore e l'australiano
Cedric Howell "Spike", che riuscì ad abbattere 19 velivoli
avversari. Con 15 vittorie segue poi l’inglese
Harry Goode del 66th, che si distinse per l'alto numero di palloni abbattuti; seguito con una di meno
da un altro canadese dell'Ontario,
Thomas Williams
che volò col
45th Squadron e con il
28th. A quota 13 vittorie troviamo poi ben quattro piloti:
Jack Cottle proveniente dal Sudafrica
(28th), l'inglese
Francis Symondson
(66th), il canadese
Stanley Stanger
(66th e (
28th) e un altro canadese della British Columbia,
Harold Hudson, chiamato «Steve».
Stanger
fu ferito
dalla
contraerea il 23 agosto del 1918 e durante la battaglia di Vittorio Veneto atterrò per errore su un campo austriaco, ma riuscì a sfuggire.
Hudson è ricordato soprattutto per aver partecipato con
Barker e un altro sconosciuto
pilota al «raid» di Natale contro l'aeroporto tedesco di
Motta di Livenza che provocò poi la battaglia aerea di Istrana. Si era anche specializzato
nell'abbattimento dei «Draken» operazione nella quale divenne un vero specialista.
12 successi furono ottenuti dall'australiano
Raymond Brownell
(45th),
dall'inglese
Kenneth Montgomery
(45th) e da
Gerald Birks
di Toronto (66th ). Quest'ultimo volò spesso con
Barker e il 24 maggio abbattè
Josef Kiss,
l'asso austriaco di
Pergine che perse la vita. L'inglese
John Firth e il canadese
James Mansell, erano in forza al
45th Squadron e riuscirono ad avere ragione di 11 avversari, come i colleghi
James Mitchell
(28th)
e Charles Maud (66th) entrambi britannici. Nel
66th Squadron di
Grossa di Gazzo
prestarono servizio anche Gordon Apps proveniente dal Kent e il canadese Hilliard Bell con 10 vittorie a testa. Sotto i dieci successi
vi sono poi numerosi assi anglosassoni che meritano di essere ricordati. Gli Inglesi: Percy Wilson, John MacKereth, Arthur Jarvis, Alan Rice-Oxley, Francis Bowles, James Child, Norman Jones, Ernest Masters, Henry Moody,
James Dewhirst, Alfred Haines. Christopher McEvoy, Harold Eycott-Martin, Alan Jerrard, Augustus Paget e James Lennox. I Canadesi: Earl Hand “Handie” dell'Ontario, Richard Dawes e William MacDonald, Canadesi erano anche
Joseph Hallonquist e Henry Biorn-Homan. Il primo era originario della British Columbia e prestò servizio presso il
28th
Squadron uscì vittorioso da 5 duelli aerei ma fu abbattuto e catturato il 29
ottobre 1918. Il capitano William Hilborn, anch'egli della British Columbia,
ottenne 7 vittorie con gli Squadron
28th
e
45th. Morì in un incidente il 26 agosto del 1918. Dieci giorni prima, mentre faceva pratica di volo notturno
sul campo di
Grossa di Gazzo, andò ad impattare contro un albero procurandosi lesioni fatali. E' seppellito a Montecchio Precalcino (VI). Nello stesso cimitero è tumulato anche un altro pilota del
Royal Flying Corps, Henry Biorn-Homan in forza al 66th Squadron, morto anch'esso in un incidente accaduto il 5 aprile 1918 vicino al campo di
San Pietro in Gu. Sul luogo della sciagura esiste una stele che ricorda il sacrificio dell'ufficiale anglosassone.
Nel
Royal Flying Corps
britannico impegnato sul nostro fronte prestarono servizio anche alcuni piloti da caccia statunitensi. Due di essi riuscirono a conquistarsi il rango di «assi». Si tratta di Charles Gray Catto
(45th Squadron), un texano di Dallas che allo scoppio del conflitto studiava medicina a Edimburgo in Scozia e che si arruolò nel
Royal Flying Corps
contro il parere dei familiari. In Italia ebbe 5 vittorie e concluse la guerra a quota 6.
L'altro americano era Harold Koch Boysen, di Lake Benton nel Minnesota, entrato a far parte del
Royal Flying Corps
in Canada. Dopo un periodo in Francia arrivò in Italia con il 66th. Ottenne il suo primo successo abbattendo un Albatros
D.V nei pressi di Valstagna. Il 28 gennaio 1918 però, rimase gravemente ferito mentre tentava di atterrare col suo «
Camel» » nella nebbia. Rientrato in servizio conseguì altri 5 successi.
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