Il Fronte del Cielo - Le Origini - 1.3 Il Battaglione Specialisti del Genio
Ormai gli esperimenti si moltiplicavano e nel
periodo successivo (1909-10) furono molti i pionieri che affrontarono il cielo:
Mario Faccioli,
Giovanni Agusta,
Alessandro Anzani,
Franz Miller,
Francesco Filiasi,
Mario Cobianchi,
Romeo Frassinetti, i
Fratelli Gemma,
Ugo Antoni, il veneziano
Antonio Chiribiri,
Francesco Darbesio
con il suo
Asteria
per finire con
Enrico Restelli
e
Felice Buzio
ed il loro velivolo
Rebus.
Imprese amplificate sempre nel 1909 da un altro avvenimento di grande importanza, il «Circuito Aereo di Brescia», vinto dall'americano
Curtiss.
Al raduno bresciano furono presenti spettatori d'eccezione, primo fra tutti
Franz Kafka che di quei giorni eroici scrisse sul quotidiano Deutsche
Zeitung Bohemia. Quello di
Brescia fu uno dei primi «circuiti aerei»
europei. Vi parteciparono alcuni fra i maggiori pionieri dell'aria di allora: il francese
Louis Bleriot, gli italiani
Alessandro Anzani,
Mario Calderara e
Mario Faccioli ed il conte transalpino
Henry De La Vaulx con
un dirigibile. Moltissimi furono anche i dilettanti che, con le loro
macchine non riuscirono nemmeno a staccarsi dal suolo o vi ricaddero
dopo appena qualche metro di volo. Erano ancora tanti coloro i quali
diffidavano della nascente aeronautica, che appariva loro solo come una
nuova moda. Non così
Gabriele D'Annunzio che invece, proprio in
occasione dell'avvenimento di
Brescia, poté volare con
Curtiss e diventò
un convinto sostenitore dell'aviazione. Tra gli spettatori delle
giornate bresciane, anche il grande Giacomo Puccini, affascinato dalle
novità tecnologiche che il nascente futurismo esaltava. Nel 1910 il
Ministero della Guerra, per colmare il ritardo nel settore aeronautico
rilevava l'aviosuperficie di
Centocelle e vi insediava una scuola per
piloti. Nel campo dei più leggeri dell'aria invece, la
Brigata Specialisti contava già oltre che sui palloni, anche sul nuovo
Dirigibile N1. Erano disponibili poi l'Italia del conte
Da Schio, l'Usuelli costruito a Milano come pure il
Leonardo da Vinci di
Forlanini.
Arturo Crocco
e
Ottavio Ricaldoni nel frattempo avevano sviluppato un centro di esperienze nella
caserma Cavour a Roma dove avevano realizzato appunto l'N1 e dove
nasceranno i più famosi dirigibili Italiani. Alla loro preparazione
accademica si aggiungeva la geniale intuizione del meccanico soldato
Angelo Contin che, come scrive Costanzi, «...non era turbata dalla
istruzione convenzionale». In quell’anno
Alessandro Tonini di Vicenza
acquisiva a Milano le quote della
Rebus e iniziava la costruzione di un suo velivolo chiamato
Monorebus.
Alessandro, nato a Cavarzere (VE) nel
1885, era figlio di un ingegnere del Genio Civile e un appassionato di
cose aeree. Si trasferì a Milano trovando impiego come progettista alla
Rebus di
Restelli e
Felice Buzio. L'azienda realizzava anche motori per aerei.
Tonini, dopo avere assemblato il suo monoplano che andò distrutto in un
incidente, dovette cessare l’attività. In seguito, nel 1912, costruirà
due monoplani
«canard»
da lui progettati, realizzando il primo velivolo
al mondo con la fusoliera a guscio. Falliti anche questi tentativi dopo
un corso tecnico in Belgio, sarà assunto durante il conflitto dalla
Nieuport-Macchi
dove diventò il principale progettista degli idrovolanti sviluppati dal
Lohner
(
M7,
M8,
M9,
M12,
M17,
M18,
M19 e
M24) e i biplani
terrestri
M14,
M15,
M16 e
M20. Nel Veneto come nelle altre regioni si
moltiplicarono le dimostrazioni di volo con aerei. Nel 1910 a Padova, a
Verona con
Molon e a Treviso. In particolare il barone padovano
Leonino Da Zara, già affermato automobilista sportivo, in occasione del
Circuito di Brescia acquistava un
Voisin e sul finire del 1909 a
Bovolenta,
costruì il campo di volo che venne inaugurato il 16 novembre. Fu il
primo aeroporto civile omologato in Italia. L'anno seguente il conte
Leonino Da Zara portava in volo l'operatore cinematografico E. Frollo realizzando
così la seconda ripresa aerea nel nostro paese (la prima era stata
eseguita a
Centocelle,
nell'aprile dello stesso anno a bordo del
Flyier di
Wright). A Treviso il 27
novembre del 1910, «l'Unione Sportiva» presieduta da Dante Appiani,
organizzò una dimostrazione sulla piazza d'Armi a S. Maria del Rovere,
dove fu anche costruito un piccolo hangar. All'avvenimento intervennero
migliaia di spettatori. Si esibirono
Mario Cobianchi con un
Farman e
Umberto Cannoniere a bordo di un
Bleriot. Quest'ultimo ebbe un incidente
che tenne la folla con il fiato sospeso.
Mario Cobianchi portò in volo diverse
persone tra cui Savorgnan di Brazzà inviato speciale del Resto del
Carlino.
Lo sviluppo della nascente aeronautica fu favorito dal Regno d'Italia con una legge che nello stesso 1909 riorganizzava e finanziava le nuove iniziative. Fu previsto un consistente sviluppo degli aeroscali per dirigibili (7 cantieri per 9 dirigibili) e l'acquisto di 10 aerei. Era anche previsto di allestire 2 aeroscali smontabili di cui uno doveva essere realizzato nella zona di Treviso. Una modifica del luglio 1910 dava vita al Battaglione Specialisti che, l'anno successivo, sarebbe stato riorganizzato comprendendo oltre al Comando, il 1° Reparto, che avrebbe gestito i parchi aerostatici e fotoelettrici e le comunicazioni telegrafiche; il 2° Reparto, destinato a seguire gli aerodromi, l'impiego di aerei e le scuole di volo; il 3° Reparto cui furono affidati l'esercizio dei dirigibili, le scuole dirigibili e la produzione d'idrogeno ed infine il 4° Reparto che si sarebbe occupato di sperimentazione e costruzioni. Nel 1911, durante le periodiche grandi manovre che l'esercito svolse nel Monferrato, si fece per la prima volta un ricorso davvero significativo all'aeronautica, con un grande spiegamento di mezzi aerei. Veniva così definito il loro primo, chiaro, compito in ambito militare che era poi quello di provvedere all'osservazione e alla sorveglianza dei movimenti avversari. Fino ad allora, tali compiti erano tradizionalmente appartenuti alla cavalleria. In quell'occasione fu adottata anche una nuova classificazione dei Dirigibili, identificando tre categorie: «P» = Piccoli (con cubatura di circa 4000 mc.), «M» = Medi (con cubatura media di 10000 mc.) e «G» = Grandi (da circa 20000 mc.). I tipi «N» già costruiti pertanto diventavano «P1» e «P2». Altri tipi diversi venivano classificati con altre lettere, come l' Usuelli «U» o il Forlanini «F».
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Il Il biplano di Filiasi si alza in volo sul campo di Centocelle, 1910
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Il monoplano Antoni 1911. San Rossore (PI) maggio 1911
tratto:"www.centroaeronauticoantoni.it/Ugo_antoni"
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Macchi, Buzio e Rainaldi
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tratto:"www.italianbusinesscenter.cz"
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tratto:"www.avia-it.com"
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tratto:"www.avia-it.com"
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Bleriot alle Grandi Manovre del Monferrato
(tratto da www.alessandrianews.it)
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